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Evaso dopo la laurea, Andrea Cavallari fermato a Barcellona

andrea cavallari

Una fuga iniziata il 3 luglio dopo un permesso per la tesi. Nel 2019 era stato condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo

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Una vacanza, l’ultima prima degli anni di carcere che lo aspettano, e che probabilmente dopo questa “bravata” si allungheranno. La festa è finita a Lloret de Mar, in Spagna, per Andrea Cavallari, uno dei condannati per la strage della discoteca di Corinaldo, costata la vita, nel 2018, a sei persone. Il 26enne si era rifugiato nell’assolata località costiera della provincia di Girona dopo avere ottenuto un permesso per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna.

Dopo il pranzo in famiglia, accordato dal tribunale di sorveglianza, il 3 luglio scorso, il ragazzo ha tagliato la corda. Avrebbe dovuto presentarsi ai cancelli del penitenziario della Dozza quel pomeriggio stesso ma, aiutato da uno o forse più amici, si è dato alla macchia.

Inizialmente, si sospettava che fosse scappato verso l’Europa dell’Est, dove pare abiti un familiare. Una tesi smentita il 13 luglio, a dieci giorni dalla fuga, quando il ventiseienne è stato rintracciato dalla polizia nazionale spagnola a Barcellona. Gli agenti catalani ritengono che abbia passato la frontiera via terra. La polizia spagnola, in sinergia con quella italiana, lo ha seguito e, dopo averlo individuato nella capitale catalana, lo ha bloccato a Lloret de Mar, a una settantina di chilometri di distanza.

Usando dei documenti falsi, avrebbe passato la notte in un piccolo albergo e ieri, intorno alle dieci del mattino, è stato bloccato mentre faceva il check out. Al momento della cattura non era armato e non ha opposto resistenza, ma era in possesso di circa 800 euro, di cui si sta adesso verificando la provenienza. Venerdì comparirà dinanzi al magistrato dell’ufficio giudiziario centrale numero 3 presso il tribunale dell’Audiencia Nacional, autorità deputata a convalidarne la custodia cautelare in carcere in Catalogna, in attesa delle procedure di estradizione in Italia.

Intanto, s’indaga per rintracciare i complici che lo hanno aiutato a scappare. C’è certezza che sia stato accompagnato in macchina da un amico almeno nei primi giorni di fuga. E che altri lo abbiano aiutato procurandogli documenti falsi e denaro. Avrebbe pianificato la fuga in carcere nelle settimane precedenti la discussione della tesi. Pare che fosse stato trasferito, di recente, in un reparto di detenuti comuni e che possa essere entrato in possesso di un telefono cellulare grazie a uno di loro. Con quel telefonino avrebbe contatto persone all’esterno del penitenziario che poi lo avrebbero aiutato per la fuga.

Come detto, Cavallari dovrà espiare la pena definitiva a undici anni e cinque mesi di carcere per aver provocato la morte di sei persone la sera del 7 dicembre del 2018. Assurda e drammatica la ricostruzione delle cause che portarono al tragico fuggi fuggi. Secondo quanto stabilito al termine del processo, Cavallari, insieme a Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouiyah, Moez Akari e Souhaib Haddada la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, in occasione del concerto del trapper Sfera Ebbasta, spruzzarono una sostanza urticante con l’obiettivo di rubare gioielli e soldi ai giovanissimi in attesa del concerto del trapper.

La situazione sfuggì a ogni controllo. In preda al panico, a centinaia si accalcarono per cercare di uscire dalla discoteca: si scatenò un fuggi fuggi mortale. In sei persero la vita: Asia Nasoni, 14 anni, Daniele Pongetti, 16 anni, Benedetta Vitali, 15 anni, Mattia Orlandi, 15 anni, Emma Fabini, 14 anni, ed Eleonora Girolimini, 39 anni, mamma di quattro bambini.

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