Domenico Gareri racconta il ritorno su Rai1 a Natale e l’emozione di condurre il programma nella Basilica di Santa Maria Maggiore
Tornare su Rai1 la sera della Vigilia è sempre una responsabilità ma quest’anno, per Domenico Gareri, l’emozione è intensa. Il suo programma natalizio approda per la prima volta nella Basilica di Santa Maria Maggiore, trasformando la tradizione televisiva in un evento di valore spirituale, simbolico.
Domenico Gareri, che effetto ti fa tornare in TV alla guida di un programma da lei ideato e che è ormai una tradizione del Natale di Rai1?
«È sempre stata una grande emozione e responsabilità entrare per primo nella case la vigilia di natale, ma quest’anno credo sia l’anno in cui l’emozione è più forte che mai. Abitare la Basilica di Santa Maria Maggiore con le reliquie della culla di Gesù, con il patrimonio artistico e spirituale della Betlemme d’ Occidente è stata una sensazione unica, un qualcosa che ti toglie il fiato, un qualcosa che reputo un ‘dono’ del Cielo.
Quali sono le principali novità di questa edizione?
«La location è tra le novità maggiori, abbiamo scritto una pagina di storia in quanto mai è stato realizzato un evento del genere nella Basilica. La sacralità del luogo ci ha portato a delle scelte artistiche importanti, con gli autori abbiamo scelto di trattare temi importanti e attuali, tutti che portano alla centralità dell’uomo e del creato».
«Abbiamo acceso i riflettori sulla speranza passando dall’ innovazione, all’ armonia, la detenzione e tematiche sociali importanti, il filo conduttore è stato l’arte, la musica, abbiamo scelto dei personaggi di altissimo spessore professionale ed umano, artisti che attraverso i loro brani sono stati parte integrande del messaggio che abbiamo voluto attribuire al programma, testimoni dell’arte, di speranza, della musica che è diventata linguaggio universale, strumento di pace, preghiera».
Tra i vari artisti ospitati, chi l’ha colpita di più e perché?
«Sinceramente tutti ed ognuno. Ogni artista con la propria creatività, originalità e sensibilità ha trasformando in opera unica la propria esibizione: Hauser , violoncellista virtuoso e carismatico ha trasformato pezzi sacri in performance intense, Simone Cristicchi. Serena Autieri nella sua poliedricità (attrice, cantante, interprete), è riuscita a far diventare le sue interpretazioni momenti di preghiera nella sua profonda connessione con la fede. Mario Biondi con la sua inconfondibile voce ha mescolaTo tradizione e innovazione in maniera elegante ed emotiva. Gaetano Curreri ci ha donato attraverso la sua “ Un senso” il senso che volevamo dare all’intervento dell’ospite della Casa Circondariale di Rebibbia che ha vissuto l’apertura della Porta Santa voluta da papa Francesco in carcere».
«Amara ha portato al programma un carico di emotività toccando corde universali con una profonda empatia, e poi i The Sun la band strumento di evangelizzazione per migliaia di giovani con la forza di risvegliare la consapevolezza che agire attivamente per il bene comune porta pienezza, gioia, dignità alla persona stessa e all’intera società. E infine e non per ultimi i musicisti dell’orchestra del Conservatorio di Musica Tchaikovsky diretta dal Maestro Filippo Arlia».
A livello televisivo, quali sono i prossimi traguardi che le piacerebbe raggiungere?
«Più che traguardi, preferisco guardare sempre al punto di partenza, mi piacerebbe partire col nuovo anno con una nuovo format, certamente lavoreremo per riportare in tv altri “ La Notte del Mare” già trasmessa questa estate da Rai 2 che guarda alla sostenibilità ed al patrimonio del mare e dell’ambiente e il “Festival del Sociale” in onda su Rai Play e Rai 5 che attenziona le abilità diverse, il disagio come strumento di riscatto sociale ed inclusone e poi, l’ho dichiarato già lo scorso anno mi piacerebbe portare in tv un format dedicato alla detenzione».
«Lo scorso 16 dicembre in occasione della presentazione di un progetto legato a “L’Altra Cucina… per un Pranzo d’Amore” di Prison Fellowship con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, la Garante delle Persone Private della Libertà Personale, il DAP e altri rappresentati istituzionali si discuteva dell’importanza di avere uno strumento che possa favorire percorsi di nuova vita attraverso formazione professionale, collaborazione con le imprese e reinserimento sociale come strumenti di sicurezza e giustizia vera, strumenti che possono ridurre la recidiva e il sovraffollamento carcerario».
Cosa augura al suo pubblico, per il 2026 in arrivo?
«La pace nel mondo e in noi stessi, la salute del corpo e dell’anima. Un augurio affinché tutti possiamo essere strumenti di bene, e come abbiamo detto più volte nel programma, che ognuno possa essere ‘faro di speranza’».


















