22 Dicembre 2025

Direttore: Alessandro Barbano

20 Dic, 2025

Manovra, via al testo definitivo. Imprese, pensioni, Tfr: cosa cambia

Aumentano i tagli all’anticipo pensionistico. Giorgetti: “È la ventinovesima Finanziaria, non mi dimetto” . Tensione fra opposizione e FdI, che aveva ripresentato una proposta di condono


È arrivato poco prima delle 19, dopo un pomeriggio ancora all’insegna delle tensioni, il via libera della Commissione Bilancio alla legge di Bilancio, con il mandato ai relatori a riferire all’Aula già convocata per lunedì alle 9.30. Il voto finale, sul quale il governo porrà la questione di fiducia, è previsto nel primo pomeriggio di martedì 23 dicembre.


In precedenza la Commissione aveva dato il disco verde al nuovo maxiemendamento del governo – depositato in mattinata – che ha ricomposto le tensioni con la Lega scatenate dalla doppia stretta sulle finestre mobili per le pensioni anticipate e il depotenziamento del riscatto della laurea – ora cancellate -, e recuperato, le risorse per gli aiuti alle imprese. Ma quando in Commissione è arrivata la riformulazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia che chiedeva la riapertura del condono edilizio del 2003 le opposizioni sono nuovamente insorte, ottenendone poi la conversione in ordine del giorno. «Abbiamo sventato il blitz», hanno esultato.

Clima di tensione nella maggioranza e scontro con le opposizioni sono state una costante della navigazione della manovra, fin dal varo. Dalle barricate nei giorni scorsi le opposizioni erano arrivate a chiedere le dimissioni del titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. E i contrasti tra i partiti di governo – ma anche interni alla Lega -, come ha ammesso una fonte vicina all’affaire – hanno rischiato di far saltare il banco. «Alle dimissioni ci penso tutte le mattine – ha affermato il ministro -, sarebbe la cosa più bella da fare personalmente… Ma siccome è la ventinovesima legge di Bilancio che faccio, so perfettamente come funziona: c’è un Parlamento, ci sono le commissioni, ci sono le proposte del Governo. Alla fine a me interessa il prodotto finale, non quello che presento io», è stata la risposta del ministro al suo arrivo a sorpresa ieri mattina in Commissione. E ha aggiunto: «Pensiamo di aver fatto delle cose giuste, crediamo di lavorare bene e nell’interesse di tutti gli italiani e i risultati vanno in questa direzione. Adesso tocca al Parlamento».

Il vertice di Palazzo Chigi


Il nuovo maxiemendamento recupera le misure per le imprese, con il rifinanziamento della Zes e del credito d’imposta di Transizione 4.0 – rispettivamente 532 milioni e 1,3 miliardi per il 2026 -, il pacchetto che si era deciso di lasciar fuori dalla legge di Bilancio ed affidare a un decreto ad hoc. Ma il vertice di maggioranza convocato d’urgenza venerdì sera a Palazzo Chigi ha azionato la retromarcia, e reperite le coperture necessarie – nei piani Inps e nella rimodulazione di alcuni investimenti – le misure sono tornate «nell’alveo naturale», come ha detto il relatore della manovra, Guido Quintino Liris (FdI).
Sul fronte delle infrastrutture, c’è il rifinanziamento dei 780 milioni per il Ponte sullo stretto di Messina, di cui 320 milioni spostati sul 2032 e 460 sul 2033 (l’emendamento poi ritirato li spostava tutti sul 2033, ndr). Ci sono, poi, le risorse per il Piano Casa, ma ridimensionate rispetto al precedente emendamento: si stanziano 100 milioni per 2026 e altri 100 per il 2027, contro i 300 complessivi nel biennio inizialmente previsti.


Nel capitolo “pensioni” non solo scompare la doppia stretta sulle anticipate, ma si prevedono anche un taglio di 40 milioni annui, a partire dal 2033, al Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti – la cui dote si riduce quindi da 233 a 194 milioni annui –, e si cancella la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia cumulando rendite della previdenza complementare, con risparmi stimati fino a 130,8 milioni fino al 2035. «L’avevamo introdotta lo scorso anno, ma pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica», ha commentato Giorgetti.

Al testo del maximendamento è stata aggiunta una modifica in Commissione per estendere ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5%, sugli incrementi retribuitivi corrisposti dal primo gennaio 2026, un intervento chiesto a gran voce delle imprese, con la Confcommercio in prima fila.

Torna in legge di Bilancio la misura sull’obbligo per le aziende di versare il Tfr al fondo complementare ma con diverse modifiche sulla soglia dimensionale delle imprese coinvolte che scende progressivamente da 60 a 40 dipendenti: l’obbligo scatta ora dal 2026 anche per le imprese che abbiano superato i 50 dipendenti dopo la loro costituzione ma in via transitoria per il biennio 2026-2027 è limitato ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l’estensione dell’obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40. Da luglio, inoltre, scatterà un meccanismo di adesione automatico alla previdenza complementare per tutti i neo assunti, che potranno comunque rinunciare entro 60 giorni oppure, entro lo stesso termine, scegliere un fondo complementare diverso.
Le risorse per l’editoria sono state un altro tema di scontro con le opposizioni. L’ultima riformulazione prevede rifinanzia con 60 milioni per il 2026 il Fondo per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria, “da destinare per le diverse finalità di competenza della Presidenza del consiglio dei Ministri”, discrezionalità contestata dai partiti di minoranza che hanno pertanto chiesto correzioni.

Attenuato il taglio alla Rai

Fratelli d’Italia aveva chiesto la cancellazione: sarà di 10 milioni per il solo 2026 il taglio del finanziamento alla Rai derivante dal canone di abbonamento per esercizi pubblici e commerciali e professionisti. Lo prevede l’ultima riformulazione di un emendamento alla Manovra. La riduzione passa così da un iniziale taglio di 30 milioni in tre anni – previsto da una precedente versione del testo – a un terzo e solo per il prossimo anno. Scongiurato il giro di vite sulle tv locali.

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