Sul Centre Court Jannik ha sconfitto lo spagnolo in quattro set (4‑6, 6‑4, 6‑4, 6‑4): «Ho accarezzato l’erba e pensato a tutti questi mesi»
WIMBLEDON – Centotrentotto anni di attesa se ne vanno con il servizio di Sinner a 222 km/h e le risposta di Alcaraz che finisce in rete. Quattro set, tre ore e 4 minuti, 4-6/6-4/6-4/6-4, un punteggio che solo chi conosce i difficili e precari meccanismi del tennis può capire quanto sia stata una partita fino in fondo incerta e mai scontata. Il ragazzo dai capelli rossi e che scia giocando a tennis alza le braccia al cielo e poi appoggia le mani sull’erba del Centre court.
Quell’erba che lo ha fatto scivolare, anche ieri tre volte, lo ha fatto cadere, gli ha ammaccato il gomito, ha rischiato di farlo perdere quel lunedì sera da incubo di una settimana fa. Alla fine Jannik Sinner ha domato anche l’erba di Wimbledon e ha vinto il torneo più bello, prestigioso, che non era mai stato italiano, che lui ha sognato fin da bambino e aveva inseguito perdendo due anni fa in semifinale, l’anno scorso nei quarti. Prima di lui c’erano andati molto vicini Matteo Berrettini (11 luglio 2021, sconfitto in finale da Djokovic); Jasmine Paolini; Panatta era stato nei quarti nel 1979 e Pietrangeli 1960 in semifinale da Rod Laver.

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Bisognava aspettare questo ragazzo altoatesino che fino a tredici anni non parlava una parola di italiano per sentire la speaker dell’Aeltc dire, “so Jannik, you are the first italian player who wins the Championships”. Ma ieri Sinner ha soprattutto risolto il contenzioso personale con Carlos Alcaraz dopo aver perso, 35 giorni fa, lo slam parigino avanti due set, 5-2 e 0-40 con lo spagnolo al servizio. Una sconfitta che è stata una lezione e ieri lo ha fatto scendere in campo con “la giusta mentalità” hanno detto i suoi coach Vagnozzi e Cahill. Anche la “giusta rabbia” che gli ha fatto giocare i punti importanti – ad esempio sul 3 pari nel secondo set e ancora sul 4 pari del terzo – “con grande coraggio e lucidità”, facendo le cose giuste “nella risposta, nel servizio e anche andando a rete”.
Il punteggio racconta la bella tensione di una sfida tra due giocatori che è anche caratteriale, che durerà anni e di cui stiamo vedendo solo le prime puntate. I primi tre games sono stati i più tesi, anche i meno belli. Poi il match è decollato: break di Sinner al quinto game, Alcaraz ha recuperato al nono game per poi chiudere 6-4, tre game di fila, una furia infuriata che arrivava in ogni angolo con la punta della racchetta. Nel secondo set l’azzurro ha tolto subito il servizio allo spagnolo che ha cercato di farsi sotto di nuovo nel terzo. E qui si è visto come la lezione e il dolore di Parigi, appena 35 giorni fa, sia tornato utile. E prezioso.
Sinner ha giocato con massima concentrazione e le giuste e coraggiose scelte tattiche: ha insistito sul rovescio dello spagnolo cercando soprattutto il diagonale, alcune smorzate, anche le discese a rete sebbene a volte fallose hanno poi alla lunga pagato. Un brivido nel secondo set: Sinner ha avuto due palle per andare 5-2 ma lo spagnolo ha pescato dal cilindro due colpi imprendibili, come un recupero di rovescio che si è adagiato nell’angolino opposto dal lato di Sinner.
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— Jannik Sinner (@janniksin) July 13, 2025
L’ultimo game del secondo set è quello che ha fatto la differenza: il numero 1 del mondo lo ha chiuso tre vincenti, un diritto lungo linea tirato in corsa, un dritto incrociato che ha lasciato fermo lo spagnolo e un rovescio lungo line finito sul gesso della riga. Da quale momento anche Vagnozzi e Cahill hanno capito che la partita aveva cambiato inerzia. Che Sinner aveva cancellato del tutto Parigi e che avrebbe rotto il tabù Alcaraz, la striscia delle cinque vittorie consecutive negli sconti diretti e che lo avrebbe fatto in quello che è già il suo regno, Wimbledon (lo ha vinto due volte consecutive). Nel terzo set il break è arrivato sul quattro pari. Nel quarto set è arrivato nel terzo game. Sul 5-4, Sinner al servizio, 40-15, Alcaraz ha piazzato un dritto violentissimo, 40-30 e tanti in tribuna stampa a quel punto hanno chiuso gli occhi. Finché la risposta del numero 2 del mondo si è fermata contro la rete.
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“Quando ho messo le mano a terra – ha raccontato Sinner – ha pensato tante cose, a quest’ultimo anno che per me è stato molto difficile e sapete perchè. Ho pensato alla fatica che ho fatto, all’impegno che ci ho messo, a quanti momenti difficili. Io non sono uno che piange, però vi assicuro che mi emoziono anch’io”.
Sono tante la istantanee di questa giornata e ci vorrà tempo per metterle in ordine nel cuore e nella memoria. La coppa ricevuta da Kate Middleton, principessa del Galles e “padrona” dell’Aeltc, incarico che le fu trasmesso direttamente da Elisabetta nel 2016.. Tutta la famiglia al gran completo, babbo Hanspeter, il fratello Mark, mamma Siglinde che andava e tornava dalla tribuna perché ancora si ricorda la passione di Parigi che fu documentata senza pietà da tutte le tv del mondo. Gli abbracci con il team, le carezze alla mamma.

“Questo ragazzo ha tante qualità ma la più importante è che quando scende in campo riesce a mettere le cose cattive e anche quelle buone fuori dal campo e pensa solo a giocare” hanno detto Vagnozzi e Cahill. Il quale, ha rivelato Jannik incerto “se essere sincero o dire una bugia”, ha perso la scommessa. E quindi dovrà ancora restare nel team nonostante fosse dato in uscita a fine anno per motivi famigliari. “Perchè io ho bisogno di gente come lui, persone oneste che mi possono aiutare dentro e fuori dal campo”.
A special gift from the new #Wimbledon Champion to Prince George and Princess Charlotte 😁 pic.twitter.com/qRfkhabOPP
— Wimbledon (@Wimbledon) July 13, 2025
Sinner è comparso sulla balconata della South West Hall con la Coppa in mano tra l’edera, i ciclamini e le ortensie che rivestono il Centre court inaugurato da Re Giorgio V ben centodue anni fa. Poi stampa, tv, dichiarazioni e anche il tight per andare alla cena di gala e al gran ballo che il Club offre secondo tradizione ai campioni in carica. Sinner dovrà ballare con Iga Swiatek, “non vi preoccupate, ma la caverò” ha rassicurato. Come è più facile dire le cose col sorriso.
Si è molto discusso in questi giorni sulla “rivalità” anche caratteriale tra questi due ragazzi che sono il numero 1 e il numero 2 del mondo e lo resteranno ancora a lungo a giudicare dai numeri. Ieri mattina Alcaraz si è allenato nel campo sotto la sala stampa, sorriso e palline da tennis omaggio per tutto il pubblico presente. Ha anche ricevuto lettere sigillate da un paio di fan. Sinner in un campo lontano da tutto e da tutti. Un modo certo più facile per farsi amico il pubblico e avere il tifo a favore. Alcaraz l’ha avuto a Parigi e anche ieri a Wimbledon. Stavolta però ha vinto Sinner. Sarà una rivalità anche tra caratteri opposti. A qualcuno piacerà il “ragazzo che sussurra alle montagne e ne sa capire i silenzi”. Ad altri il “ragazzo che sorride sempre”. Entrambi sanno che si aiuteranno a spingere il livello di gioco sempre più in alto.