17 Dicembre 2025

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17 Dic, 2025

Meloni: «Italia non invierà soldati in Ucraina». Dubbi su asset russi

La presidente del Consiglio ribadisce che l’Italia non invierà truppe a Kiev e avverte sulle difficoltà di una soluzione condivisa sugli asset russi congelati in Europa


La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito alla Camera, nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, che l’Italia non parteciperà a eventuali missioni militari in Ucraina e che trovare una soluzione condivisa sull’utilizzo degli asset russi congelati in Europa sarà complesso. Per quanto riguarda il dispiegamento di una forza multinazionale guidata dai “volenterosi” Meloni è stata netta: l’Italia non intende inviare soldati sul terreno.

Meloni ha ricordato il vertice di Berlino con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, altri leader europei e i negoziatori americani, sottolineando il clima costruttivo e unitario dell’incontro. Secondo la premier, dalla riunione è emerso con forza il legame tra Europa e Stati Uniti, che «non sono competitor» ma condividono lo stesso obiettivo, pur con prospettive diverse legate al posizionamento geografico.

Mosca e negoziati difficili

Per la presidente del Consiglio è fondamentale mantenere la pressione economica sulla Russia, che – ha detto – si trova impantanata in una guerra di posizione molto costosa. Questa difficoltà, secondo Meloni, è l’unico fattore che può spingere Mosca verso un accordo. Resta però aperto il nodo territoriale, definito «lo scoglio più difficile» della trattativa. Ogni decisione, ha ribadito, dovrà essere presa dalle parti coinvolte e non imposta dall’esterno.

Asset russi e sostegno all’Ucraina

Il Consiglio europeo sarà chiamato a garantire la continuità del sostegno finanziario a Kiev. Sul possibile utilizzo degli asset russi congelati, Meloni ha chiarito che trovare una soluzione sostenibile per i Paesi Ue, nel breve e nel lungo periodo, sarà tutt’altro che semplice. Ogni strumento di supporto dovrà comunque rispettare i valori europei e lo stato di diritto.

Nel suo intervento la premier ha anche criticato la proposta della Commissione europea sul bilancio, che prevede maggiori contributi nazionali e minori risorse per politiche considerate fondamentali da Roma, come la Politica agricola comune e la Politica di coesione. «Non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno», ha concluso.

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