Siglata una dichiarazione con cui s’impegnano a coordinare le proprie forze ma per rimpiazzare gli Stati Uniti in Europa la strada è tutta in salita Cos’è l’ombrello nucleare. Il ruolo di Francia e Gb e quante testate ha l’Europa. Il punto debole dello scudo Ue
«Da oggi, i nostri avversari sapranno che qualsiasi minaccia estrema a questo continente provocherebbe una risposta da parte delle nostre due nazioni». Così il Primo ministro britannico Keir Starmer, affiancato dal Presidente francese Emmanuel Macron in visita in Gran Bretagna, ha annunciato giovedì la firma della cosiddetta “dichiarazione di Northward” con cui, dall’omonima base britannica, i due Paesi siglano un accordo di collaborazione in campo nucleare.
Stando a quanto dichiarato, Parigi e Londra s’impegnano a mettere in coordinamento le rispettive forze di deterrenza atomiche per proiettare sul continente europeo un ombrello missilistico nucleare tale da proteggere le Nazioni europee anche in un momento di particolare inaffidabilità dello storico alleato americano. Ma al di là delle dichiarazioni e delle buone intenzioni soggiacenti l’accordo, né i francesi né tantomeno i britannici possono garantire all’Europa in livello di deterrenza nucleare equiparabile a quella garantita dagli Stati Uniti fin dalla Guerra Fredda.
Le capacità nucleari francesi
La Repubblica francese, infatti, ha sempre puntato su una forza nucleare capace di proiettare nel mondo l’immagine di una Francia militarmente alla pari delle altre grandi potenze atomiche. Per ragioni di budget, però, il Paese ha dovuto negli anni rivedere più volte le proprie opzioni strategiche, optando per quelle soluzioni che si rivelavano di volta in volta più efficienti sul piano dei costi. Per questo, Parigi ha rinunciato a mantenere una triade atomica e ha optato invece per una piccola ma temibile flotta di sottomarini nucleari supportati da uno sparuto gruppo di bombardieri pensati per operare in funzione ausiliaria.
Ad oggi la Marina Militare francese schiera quattro sottomarini missilistici balistici a propulsione nucleare classe Le Triomphant, ciascuno dei quali armato con 16 missili M-45, della Aérospatiale, o con i più moderni M-51 di ArianeGroup. Ciascuno di questi missili balistici può essere armato con un numero che va dalle 6 alle 10 testate nucleari TN-75 da 150 chilotoni o con le nuovissime TNO, lanciate nel 2016, da circa 300 chilotoni. In totale, la marina francese possiede nei suoi arsenali all’incirca 290 testate termonucleari, sufficienti ad armare grossomodo 50 missili balistici nucleari.
Complessivamente, un potenziale atomico capace di sprigionare un potere distruttivo equivalente a più di 2800 volte quello rilasciato su Hiroshima nel 1945. Per quanto concerne invece le capacità di deterrenza aerea, la Francia non mantiene enormi capacità nucleari. Nel 2015 le autorità di Parigi confermarono di avere nei depositi circa una cinquantina di missili armabili con testate nucleari, lanciabili da bombardieri Mirage 2000N e dai moderni Rafale, e di avere le capacità necessarie a far sì che questi velivoli venissero impiegati anche dal ponte di volo della portaerei Charles de Gaulle.
Numeri importanti e che permettono alla Francia di avere una “diade” atomica, sebbene nella pratica la componente marittima, vale a dire i sottomarini, restino il pilastro centrale della deterrenza francese. Proprio alla luce della preferenza strategica di Parigi, negli ultimi anni i progetti di sviluppo si sono concentrati quasi esclusivamente sulla componente navale, potenziata a tal punto da renderla una delle flottiglie sottomarine nucleari più tecnologicamente avanzate del mondo.
Il caso britannico
Sul versante britannico, invece, le forze nucleari sono ancora più limitate. Come nel caso francese la Royal Navy è ad oggi il pilastro della deterrenza atomica di Londra, che non possiede altri vettori capaci di armare testate nucleari ad eccezione di quelli imbarcati. I quattro sottomarini della classe Vanguard, imbarcanti 16 missili balistici Trident II, rappresentano gli unici mezzi di deterrenza del Paese, con un piccolo gruppo di F-35 in grado di armare bombe e missili nucleari in arrivo nei prossimi anni. Stando a quanto dichiarato dalle autorità nel giugno 2025, infatti, non meno di 12 F-35A saranno acquisiti dalla Royal Air Force nel prossimo futuro per essere armati con sistemi nucleari di provenienza americana come le bombe B61 modello 12 da 50 chilotoni.
Per il momento, però, le 225 testate in dotazione a Londra continuano ad avere come unico sistema di lancio i missili che trovano posto sui sottomarini Vanguard, un fatto che rende sostanzialmente sovrapponibili, in campo navale, le forze di deterrenza francesi e britanniche. E proprio su questo aspetto, al netto di tutte le riflessioni possibili, s’infrange il progetto di un ombrello missilistico nucleare interamente europeo. Né la Gran Bretagna né la Francia possono, infatti, garantire la creazione di una triade nucleare di portata globale pari a quella dispiegata dalle altre potenze atomiche del globo.
Troppo esosi i costi legati a progetti di questo tipo, basti pensare che la Francia spende un quinto del suo bilancio militare per mantenere la sua limitata forza nucleare, e troppo complessa la gestione logistica. Entrambe le potenze, ben consce di questo, hanno sviluppato forze di deterrenza razionali, incentrate su pochi ma efficienti sistemi che seppur validi non possono garantire resilienza strategica sul lungo periodo. Per questo, anche alla luce delle buone intenzioni, l’accordo lanciato da Starmer e Macron resta solo una bella proposta che non potrà però rimpiazzare totalmente lo scudo proiettato dagli Stati Uniti qualora quest’ultimi decidessero di ridurre il proprio impegno verso gli alleati europei.