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Giovani in piazza in Germania contro la leva militare

Non si fermano le proteste dei giovani tedeschi contro le misure sulla leva militare voluti dal governo Merz

Le proteste

Continuano le proteste giovanili in Germania contro l’espansione del servizio militare voluto dal governo Merz. Dopo aver boicottato la scuola venerdì, giorno in cui il Bundestag ha approvato ufficialmente la riforma del servizio militare, migliaia di giovani hanno manifestato di fronte alla sede del parlamento a Berlino.

La nuova legge introduce dal 2026 l’obbligo per tutti i 18enni maschi di registrarsi, di sottoporsi a una visita medica e di compilare un questionario di idoneità, indicando anche la disponibilità ad arruolarsi nell’esercito tedesco in caso di necessità. Il servizio militare volontario avrà una durata minima di 6 mesi, rinnovabile fino a 23, e sarà incentivato da una retribuzione di 2.600 euro lordi al mese.

La misura

Sebbene la nuova legge non reintroduca la leva obbligatoria, essa include una clausola di “obbligatorietà per sorteggio” in base alla quale se i numeri dei volontari dovessero essere troppo bassi rispetto alle esigenze delle forze armate tedesche i posti mancati potrebbero venire coperti mediante una chiama obbligatoria applicata per sorteggio tra i giovani risultati idonei alla leva.

La svolta tedesca, arrivata dopo mesi di difficili negoziati tra i cristiano-democratici del cancelliere Friedrich Merz e i suoi alleati di coalizione socialdemocratici, si inserisce in una nuova “corsa alla leva” da parte di molti Paesi europei. Oltre alla Germania, anche la Francia, la Croazia, i Paesi baltici, Svezia e Danimarca hanno intrapreso misure per modificare ed espandere la propria leva militare.

In Italia

L’Italia attualmente non pianifica riforme in tal senso, sebbene il ministro della Difesa Guido Crosetto abbia precisato l’intenzione di allargare i numeri di volontari e riservisti e di migliorare le condizioni contrattuali di chi serve la Difesa nazionale. Un recente sondaggio ha mostrato come quasi due terzi degli intervistati italiani sia in realtà favorevole al ritorno alla leva.

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