La cerimonia al Kennedy Center rispecchia il nuovo asse politico-culturale: sul palco Village People storica colonna dei comizi di Trump, Bocelli, Robbie Williams e Nicole Scherzinger. E al presidente il premio di consolazione per il nobel mancato
È il giorno dei sorteggi per i prossimi Mondiali. Oggi a Washington DC ci sarà l’evento che rivelerà i gironi della prossima fase finale, in programma tra giugno e luglio 2026 negli Stati Uniti, in Messico e in Canada. Durante l’evento, la Fifa consegnerà la prima edizione del premio “Fifa Peace Prize – Football Unites the World”.
Sarà un premio annuale, che andrà a persone che hanno «contribuito a unire le persone di tutto il mondo nella pace e che di conseguenza meritano un riconoscimento speciale e unico», scrive la Fifa nei suoi documenti ufficiali.
🇺🇸🇷🇺** Trump displays a photo from Putin of them together and says PUTIN MAY attend the 2026 FIFA World Cup in US **
— Lenka White (@white_lenka) August 22, 2025
Great step forward for US-Russia relations 🌟🕊️ pic.twitter.com/gbkrRAKm3o
Un riconoscimento creato in extremis dal presidente Gianni Infantino e che, secondo quanto sostiene il New York Times, sarebbe nato anche per compiacere Donald Trump, padrone di casa del Mondiale 2026 e protagonista di una crescente influenza sull’organizzazione del torneo.
L’annuncio del premio arriverà durante il sorteggio dei gironi al Kennedy Center di Washington, struttura che l’amministrazione Trump ha progressivamente trasformato in un palcoscenico politico, ora messo a disposizione della Fifa per un evento di tre settimane.
La cerimonia al Kennedy Center
La cerimonia al Kennedy Center rispecchia il nuovo asse politico-culturale: sul palco Village People (storica colonna dei comizi di Trump), Bocelli, Robbie Williams e Nicole Scherzinger. A condurre, Kevin Hart, Heidi Klum e Danny Ramirez; a maneggiare le urne del sorteggio, stelle dello sport americano come Tom Brady, Shaquille O’Neal, Wayne Gretzky e Aaron Judge. In questo scenario, il “Peace Prize” rischia di trasformarsi nella cartolina simbolica di un torneo che la Fifa vorrebbe neutrale e globale, ma che appare sempre più intrecciato alle dinamiche della politica Usa.

L’abbraccio tra Infantino e Trump
Il rapporto tra Infantino e Trump è diventato centrale nella costruzione del torneo nordamericano: dalla concessione di spazi Fifa nella Trump Tower all’uso delle cerimonie pubbliche come occasione per legittimarsi a vicenda. Infantino è ormai presenza abituale alla Casa Bianca e Trump lo ha definito più volte «my boy».


Per il quotidiano statunitense, la creazione del nuovo premio sarebbe partita per colmare la delusione di Trump per il Nobel mancato così come, d’altronde, ancora manca anche una pace vera e propria. Il premio Fifa, al contrario del Nobel, è totalmente nelle mani dell’organizzazione e la sua introduzione ha sorpreso perfino membri del board.
Mondiali 2026: 104 partite, tre Paesi
L’edizione 2026 sarà la più grande della storia: 104 partite, undici città americane più Canada e Messico. Ma l’organizzazione è diventata terreno sensibile: la Casa Bianca ha creato una task force guidata da Andrew Giuliani per controllare ogni aspetto logistico e di sicurezza, inclusi i visti d’ingresso.
Trump, secondo il Nyt, avrebbe anche usato la minaccia di togliere le partite ad alcune città “troppo liberal”, come Boston e Los Angeles, come strumento di pressione politica.











