A Tajani il figlio di Silvio dovrebbe fare un monumento, non grande, per aver salvato un partito che papà aveva lasciato a Meloni e Salvini
Pier Silvio Berlusconi ha quel “Pier” di troppo: non è il fondatore della Fininvest, di Forza Italia, della Seconda Repubblica, e soprattutto non è il padre-padrone della destra italiana. Il suo attacco a Antonio Tajani perciò è risultato tanto più sgradevole. A Tajani il figlio di Silvio dovrebbe fare un monumento, magari non grande, per aver salvato un partito che papà aveva lasciato in balìa di Meloni e Salvini, che non sono riusciti a papparselo proprio perché Tajani è riuscito miracolosamente a impedirlo.
Tutti abbiamo scritto che morto Silvio con lui sarebbe morta la sua creatura politica: non è stato così. Anzi, nei sondaggi Forza Italia è passata davanti alla Lega e in questi quasi tre anni di governo è riuscita a rintuzzare varie manovre salviniane, da ultimo il terzo mandato per i governatori, e a difendere uno spazio non reazionario in un’alleanza ideologicamente dominata dalla destradestra. Non sarà il conte di Cavour ma Tajani ha portato avanti una linea di politica estera coerente e europeista anche qui in aperto conflitto con il filoputinismo di Salvini e con un chiaro distinguo dal filotrumpismo della presidente del Consiglio.
Non sarà Marco Pannella, e però il leader di Forza Italia ha avanzato una proposta sullo Ius scholae che era discreta, tanto è vero che è stata immediatamente ammazzata dal solito Salvini- the-killer con l’avallo di Giorgia e La sepoltura finale appunto di Pier Silvio.
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Prenderlo in giro sembra diventato uno sport nazionale, da Renzi che lo ha soprannominato “Ciccio Pasticcio” a Dagospia che lo chiama “merluzzone”, e certo l’uomo è un gaffeur di prim’ordine: la sciocchezza della bandiera europea color manto della Madonna se ha poteva risparmiare. Ed è anche abbastanza sfigato – lo ha detto lui stesso – perché ogni giorno gli casca in testa qualcosa di molto pesante. Se ha in mente di andare al Quirinale, auguri: difficile scommetterci più di dieci euro. Dopodiché al caro Pier Silvio ha spiegato che «un partito non è un’azienda dove si può assumere il miglior manager e metterlo in campo. Non si inventano “personaggi” da un
giorno all’altro». Non sarà il massimo della vita ma il soldato Antonio non è peggio di tanti altri, anzi: a occhio e croce è meglio di Berlusconi (Pier Silvio).