La Procura europea rilascia Mogherini, Sannino e Zegretti dopo gli interrogatori sul presunto scandalo dei fondi ai giovani diplomatici. Accuse di frode e corruzione. Per Sannino anche una verifica Olaf su favoritismi nel Seae
Sono stati rilasciati nella notte dopo l’interrogatorio i tre fermati nell’ambito di un’inchiesta per frode che ha coinvolto il Servizio europeo di azione esterna e il Collegio d’Europa. Si tratta di Federica Mogherini, Stefano Sannino e un dirigente del Collegio. Lo conferma la Procura europea in una nota.
Le accuse contestate riguardano frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. I tre, tuttavia, sono stati rimessi in libertà perché ritenuti “non a rischio di fuga”.
La Procura Ue precisa che sono stati formalmente informati dei capi d’accusa e ricorda che tutti sono presunti innocenti fino a prova contraria dinanzi ai tribunali competenti del Belgio.
Per Sannino anche una verifica Olaf

Parallelamente all’indagine penale, l’ambasciatore Stefano Sannino è oggetto di una verifica amministrativa dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). Il controllo riguarda il sospetto che, durante il suo mandato alla guida del Servizio europeo per l’Azione esterna (Seae), possa aver favorito alcuni candidati nell’assegnazione di posizioni di alto livello, in violazione delle procedure interne.
Secondo fonti vicine al dossier, nell’ambito dell’inchiesta della Procura Ue l’esecutivo comunitario ha dato l’ok alla revoca dell’immunità relativa ai beni dell’ex segretario generale del Seae – oggi direttore della Direzione generale della Commissione europea per il Medio Oriente e il Nord Africa – consentendo agli investigatori di accedere ai suoi dispositivi elettronici.
Per il Seae, inoltre, sarebbe stata temporaneamente sospesa l’immunità degli uffici per permettere ulteriori perquisizioni.











