Il presidente ucraino a Parigi. Macron parla di un nuovo pacchetto di sanzioni «più completo che mai». Meloni sottolinea la necessità di una «convergenza Usa-Ue»
La tensione tra Nato e Russia torna a salire. In un’intervista al Financial Times, l’ammiraglio Cavo Dragone spiega che l’Alleanza Atlantica sta valutando una postura «più aggressiva» per rispondere alla guerra ibrida di Mosca: sabotaggi, attacchi informatici e violazioni dello spazio aereo. Il presidente del Comitato militare ha ricordato che, in teoria, anche un «attacco preventivo» potrebbe essere considerato «difensivo», pur chiarendo che «siamo molto lontani da questa mentalità». Immediata la reazione del Cremlino, che parla di «dichiarazioni irresponsabili» e di una presunta volontà occidentale di escalation.
Diplomazia in movimento
In parallelo, sul fronte diplomatico si intensificano i contatti europei. All’Eliseo Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky hanno discusso con diversi leader dell’Unione per valutare le prossime mosse verso un eventuale negoziato. Parigi annuncia un inasprimento delle misure punitive. Macron parla di un nuovo pacchetto di sanzioni «più completo che mai», che include il petrolio e la cosiddetta “flotta ombra”. L’obiettivo è limitare ulteriormente le fonti di finanziamento di Mosca.

Giorgia Meloni sottolinea la necessità di una «convergenza Usa-Ue» per costruire un percorso credibile di pace. Zelensky, dal canto suo, avverte che «il punto centrale restano i territori occupati: Mosca non può essere ricompensata» e ribadisce che qualsiasi accordo dovrà garantire sicurezza ai cittadini ucraini e impedire un nuovo attacco.
Le posizioni di Kiev
Il presidente ucraino insiste inoltre sulla necessità di discutere direttamente con Donald Trump i passaggi più delicati del piano statunitense per la fine del conflitto, a partire dalla questione territoriale. Zelensky invita a non lasciarsi ingannare dalla «propaganda di guerra» sul fronte, definito come «una linea viva» con avanzate e arretramenti costanti. La priorità, secondo Kiev, è che la Russia non abbia l’impressione di ottenere un premio dal conflitto.
Il canale Usa-Russia
Negli Stati Uniti prosegue il lavoro del team diplomatico. In Florida si è tenuto un nuovo incontro tra il ministro ucraino Umerov e l’inviato speciale americano Witkoff, che nelle prossime ore sarà ricevuto al Cremlino per un colloquio con Vladimir Putin. Un passaggio delicato, osservato con attenzione da tutte le capitali europee.
C’è ancora “molto da fare” per arrivare ad una fine del conflitto in Ucraina ma sono stati “produttivi” i colloqui a Miami tra il segretario di Stato americano Marco Rubio, l’inviato di Donald Trump Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner con una delegazione di Kiev guidata da Rustem Umerov, subentrato al dimissionario Andriy Yermak, travolto da uno scandalo di corruzione. Si attende, intanto, l’arrivo a Mosca di Witkoff, previsto per oggi.
I colloqui a Miami
I negoziati di ieri sono durati cinque ore e definiti da funzionari ucraini «difficili» e «intensi», ma produttivi. Sul tavolo: la definizione del confine di fatto con la Russia in un futuro accordo di pace. Putin continua a chiedere il controllo dell’intero Donbass.
In un messaggio diffuso su X il leader ucraino ha spiegato che «il capo della delegazione Rustem Umerov ha riferito sui principali parametri del dialogo, sui punti salienti e su alcuni risultati preliminari». Per Zelensky «è importante che i colloqui siano stati costruttivi e condotti con totale trasparenza, nell’interesse della sovranità e della sicurezza nazionale dell’Ucraina».
Today, following the work of the teams in the United States, head of the Ukrainian delegation Rustem Umerov reported on the main parameters of the dialogue, its emphases, and some preliminary results. It is important that the talks have a constructive dynamic and that all issues…
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) November 30, 2025
PER APPROFONDIRE:
La guerra non si ferma
Il ministero della Difesa russo riferisce che tra le 23,30 del 30 novembre e le 7 del 1° dicembre sono stati intercettati e distrutti 32 droni ucraini in diverse regioni della Federazione, dal Belgorod al Mar d’Azov fino alla regione di Tula.
Lo Stato Maggiore ucraino parla di 1.173.920 perdite russe dall’inizio dell’invasione, con 1.060 soldati eliminati nelle ultime 24 ore. Nella sola giornata del 30 novembre si sono verificati 155 scontri lungo la linea del fronte.














