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La Lega rispolvera il taglio del canone Rai, Forza Italia dice no

La Lega propone il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro nel 2026, ma Forza Italia frena: “Non è in linea con l’European Media Freedom Act”


La Lega torna alla carica sul canone Rai e chiede di reintrodurre il taglio da 90 a 70 euro, spostandolo al 2026. L’emendamento – firmato da Bergesio e inserito tra i segnalati del gruppo – recupera la norma prevista nella legge di bilancio 2024, cancellata poi dal decreto legislativo del 5 novembre 2024.

Nel testo si propone di sostituire la dicitura “per l’anno 2024” con “per l’anno 2026”, ripristinando di fatto la riduzione di 20 euro e coprendo i 430 milioni necessari con un taglio al Fondo per interventi strutturali di politica economica.

La norma abrogata e il paradosso legislativo

Il riferimento normativo, però, non esiste più: quel comma è stato abrogato e nel Testo unico dei tributi erariali minori rimane soltanto la previsione dei 70 euro limitata al 2024. Da qui il paradosso: per riattivare il taglio, la Lega deve intervenire su una norma formalmente scomparsa.

Il no secco di Forza Italia

Forza Italia blocca subito l’iniziativa. Maurizio Gasparri avverte che ridurre il canone non è compatibile con l’European Media Freedom Act e che servono risorse certe per il servizio pubblico: «Un taglio sarebbe una partita di giro inutile: la Rai verrebbe poi ripagata dal Tesoro, quindi dai cittadini».
FI teme inoltre squilibri nel mercato pubblicitario e rifiuta l’ipotesi di riaprire il dossier.

L’emendamento Lotito sul calcio

Nel pacchetto di Forza Italia entra invece la proposta di Claudio Lotito sul controllo dei fondi nelle società sportive. Il testo impone di comunicare a Figc, Lega e Anac i soggetti che detengono almeno il 5% di un club, con indicazione dell’origine delle risorse e di eventuali legami con altre società.
Sono previste sanzioni fino a 5 milioni e la penalizzazione di un punto per ogni settimana di inadempienza. Per i veicoli esteri che superano il 5% scatterà l’obbligo di costituire una società di diritto italiano entro 90 giorni.

Manovra: oltre 5.700 emendamenti, ora la selezione

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, impegnato nelle trattative sulla manovra, conferma che gli emendamenti depositati sono oltre 5.700 e che la commissione Bilancio sta procedendo alla prima scrematura per individuare quelli destinati alla discussione parlamentare.

Vertice a Palazzo Chigi

Nel pomeriggio è atteso il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, fissato attorno alle 18, dopo il Consiglio dei ministri previsto per le 17. Sul tavolo, oltre al canone Rai, la trattativa interna su pensioni, fisco, misure per le famiglie e risorse da recuperare.

UIL: “Fisco e pensioni non convincono”

Dal fronte sindacale arrivano critiche. PierPaolo Bombardieri (UIL) apprezza la detassazione degli aumenti contrattuali, che riguarda oltre 4 milioni di lavoratori, ma giudica insufficienti le misure su fisco e previdenza: «A pagare sono sempre lavoratori dipendenti e pensionati. Il Paese non può vivere nella logica del condono permanente». La UIL ribadisce la richiesta di reintrodurre Opzione donna e chiede una riforma più ampia del welfare. Il 29 novembre è prevista una mobilitazione nazionale a Roma.

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