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Mondiali 2026, Curacao è leggenda: si qualifica per la prima volta

La Nazionale caraibica allenata da Advocaat centra una storica qualificazione. L’Italia, invece, spera nel sorteggio e nei playoff

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L’isola che c’è si chiama Curaçao. Se ne sta sdraiata con i suoi 444 chilometri quadrati di superficie che sono a mezza via tra i 475,27 della provincia di Gorizia e i 405,65 di quella di Monza e Brianza ed i suoi 155 mila abitanti, poco meno dei 156.444 della città di Ravenna e poco più dei 152.196 di Livorno (ma Willemstad, la capitale, non ha probabilmente “il gabbione” dove Max Allegri imparò il calcio che ora insegna: ha però una barriera corallina che è meta di overtourism e perciò a rischio). È nel Mar dei Caraibi, di fronte al Venezuela: 65 chilometri la distanza, anche se Caracas e Maracaibo, quella di Jerry Calà e di «balla al Barracuda, sì ma balla nuda» sono più lontane. Sono più vicine le navi da guerra mandate da Trump a mostrare muscoli e cannoni, il duro contro Maduro.

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La medaglia nel nuoto

Curaçao non ha un Comitato Olimpico e perciò non partecipa come tale ai Giochi: i suoi atleti sono comunque ammessi come indipendenti o utilizzando il retaggio coloniale della cittadinanza olandese: vantano un primato, che è quello di aver vinto con un nuotatore nero la prima medaglia olimpica di un “afro” in acqua. Era una nuotatrice, Enith Brigitha, e alla fine degli Anni Settanta, dovette accontentarsi d’argento e bronzo perché quelli erano tempi che le walkyrie prussiane della Ddr nuotavano nell’oro, nel cloro e nel testosterone.

La Nazionale di calcio

Ha, però, una Nazionale di calcio, anche se è messa su con la maggioranza di giocatori che partecipano al campionato olandese e sono è perciò “curacoani di ritorno”, Retegui a mano contraria. Curacoani li chiamiamo noi: nella lingua locale, il papamiento, un miscuglio afro-iberico-creolo, Curaçao si chiama Korsou. Nella rosa è compreso anche un volto in Italia, Livano Comenencia, che per due anni fino alla stagione in corso, era di maglia Juventus Next Gen e che il quotidiano britannico “The Guardian” ha inserito tra i migliori 60 calciatori classe 2004.

Advocaat in panchina

E in panchina (pure se era assente nell’ultima fausta occasione che fa parlare dell’isola dopo pareggio qualificante contro la Giamaica a Kingston) ha una vecchia volpe del pallone mondiale, il 78enne mister olandese Dick Advocaat, detto “il piccolo generale”, perché il Generale e basta era Rinus Michels, che incrociò Cruyjff e inventarono il calcio totale o olandese che dir si voglia. Advocaat ha molto allenato e vinto in giro per il mondo e il mondiale e adesso, con Curaçao alla fase finale di Usa-Canada-Mexico 2026, ha qualificato per l’evento il Paese più piccolo di sempre.

L’Italia in bilico

E così Curaçao è l’isola che c’è: ai mondiali. L’Italia, invece, è la Penisola che non c’è: ancora. Per esserci deve superare un paio di scogli, il primo dei quali sarà conosciuto oggi al sorteggio dei playoff che poi si giocheranno a marzo. L’Italia, che adesso è 12esima nel ranking mondiale (al suo peggio dal 2020), potrà essere chiamata a confrontarsi con la Svezia (42esima), o la Romania (50esima), o la Macedonia del Nord (64esima) o l’Irlanda del Nord (69esima), che è vero che una volta la Corea del Nord… e che Svezia e Macedonia del Nord sono le ultime due responsabili dell’assenza dell’Italia agli ultimi due mondiali, “impresa” che era già riuscita all’Irlanda del Nord nel 1958… e che pure la Romania praticò uno sgambetto azzurro quando eliminò l’Italia mundial dall’Europeo ’83… e che al peggio non c’è mai fine, però se si ha paura di affrontare una di queste e in casa a Bergamo meglio chiudere bottega e botteghini.

Il sorteggio

Poi, con il passo avanti, a Gattuso & Friends (friends?) toccherà una delle otto promosse in seconda o terza fascia play off: quelle in seconda sono la Polonia, il Galles, la Repubblica Ceca e la Slovacchia; quelle in terza l’Albania, l’Irlanda, la Bosnia e il Kosovo. Oggi il sorteggio dei loro match e la collocazione in tabellone. Compagne di prima fascia e dunque ad incrocio proibito sono la Turchia, la Danimarca e l’Ucraina. Le 12 già promosse, con le ultime aggiunte, sono Spagna, Germania, Olanda, Inghilterra, Francia, Belgio, Austria, Croazia, Portogallo, Svizzera, Norvegia e Scozia.

La Scozia di McFratm

È proprio la Scozia l’emozionante novità dopo l’ultima giornata di ieri l’altro, nella quale si sono visti grappolate di gol (7 ciascuno di Belgio, Galles e Romania): era, a Glasgow, Scozia-Danimarca, che era pure il “derby della pizza”, affrontandosi McTominay e Hojlund. Ai danesi bastava pareggiare, gli scozzesi dovevano vincere: l’hanno fatto questi ultimi con McFratm autore di una rovesciata-gol d’alta quota (quelli che non resistono alla misurazione hanno calcolato il piede-fionda a 2,44 metri) cui aveva risposato su rigore proprio Hojlund, rivantaggio e ripareggio e poi il recupero con le reti del 4 a 2 per gli scozzesi, l’ultimo beffardo gol con un lancione da metà campo ed il portiere “fòri porta” per cercare il pari. Il gol di McFratm è già candidato al premio Puskas, il più bel gol di stagione. Intanto lui al mondiale va di sicuro. E noi “sperèm”.

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