Sinner domina Alcaraz a Torino e si conferma il vero Maestro dell’indoor: numeri, gioco e testa spiegano perché oggi vale più del numero 1 del mondo
TORINO – Alla fine il Maestro non è il numero 1. Alla fine Carlos Alcaraz, appena incoronato n.1 del mondo, deve inchinarsi al Maestro che è anche il suo “rivale preferito”, Jannik Sinner.
“Ho dato tutto oggi in campo, Jannik, complimenti: hai vinto tu”, ha detto lo spagnolo a fine match.
Il problema non sono le statistiche, fredde e spesso bugiarde. È che sul veloce indoor The Fox è imbattibile: lo è da trentuno partite, dal novembre 2023 quando perse qui a Torino contro Nole Djokovic. Fu l’ultima volta. Poi, anche per il serbo Goat del tennis, non c’è stato più nulla da fare contro Jannik.
Pochi punti chiave
Una finale, nel primo set, simile per intensità a quella di Parigi; più nervosa nel secondo. Un livello di gioco che ha tenuto i sedicimila della Inalpi Arena inchiodati alle scocche per due ore e quindici minuti. Il punteggio dice tutto: 7-6 nel primo set con tie-break 7-5 e due mini-break annullati a vicenda fino al terzo, decisivo, strappato da Jannik sul 4 pari.
Il secondo set era iniziato male per l’azzurro, subito brekkato. Con grande sangue freddo Sinner, nonostante le difficoltà con la prima, è rimasto attaccato a ogni palla fino al contro-break del sesto gioco che ha riportato tutto in equilibrio.
Sinner: “Ho avuto fortuna su quella risposta steccata e rimasta dentro, che poi Carlos ha sbagliato. Però la fortuna va anche un po’ aiutata”.
La differenza l’hanno fatta la velocità e la pesantezza di palla dell’azzurro, capace comunque di ricamare palle corte vincenti e discese a rete decisive. Quel lob delizioso che ha lasciato fermo lo spagnolo nel primo set è da mettere in bacheca.
Nel primo set Sinner ha servito il 61% di prime contro il 68% dello spagnolo. Nel secondo è sceso al 47% (Alcaraz sempre al 68%). Eppure Sinner ha salvato la palla del set nel primo parziale (6-5 Alcaraz, 30-40) con una seconda a 187 km/h in uno stadio muto. “Ho pensato che dovevo prendere io quel punto, non farlo vincere a lui”.

Lo scambio della vittoria è stato un palleggio da fondo di 14 colpi finché Carlos ha messo largo un rovescio. Per capire quanto fosse equilibrata: Sinner ha vinto il 52% dei punti, Alcaraz il 48%.
Sinner ha parlato spesso con la panchina: “Partita preparata nei dettagli”. Coach Vagnozzi ha spiegato che i consigli erano soprattutto motivazionali più che tecnici.
Sdraiato sul campo
Finale decisa al primo Championship Point: rovescio diagonale di Alcaraz che atterra in corridoio. Sinner si sdraia sul campo: un gesto che, in carriera, aveva fatto solo dopo il suo primo Slam a Melbourne 2024. Neppure Wimbledon lo aveva spinto a tanto.
Qui sì. “Ho provato gioia e sollievo”, dice.
Sollievo: per aver confermato di essere il Maestro, e per averlo fatto contro il numero 1 del mondo, alla fine di un anno complicato da tre mesi di squalifica e dopo una delle partite più belle del 2025.

Alcaraz chiude la stagione con 8 titoli, tra cui due Slam, e 71 vittorie. Sinner tutte le finali Slam, con due vittorie. Alla domanda sul Grande Slam si chiude: “Non ci penso. Anzi, è sbagliato parlarne”.
Ora due settimane off: “Magari studio lo spagnolo”. Poi si riparte verso Melbourne, dove è defending champion. L’obiettivo 2026: migliorare il gioco d’attacco. Vagnozzi e Cahill hanno un blocco pieno di appunti: “La fortuna è che Jannik ha un’intelligenza motoria incredibile”.
Lacrime e anelli
Le lacrime di Umberto Ferrara, il preparatore atletico tornato nel team dopo il caso Clostebol: lacrime liberatorie.
Alcaraz, infortunato o no? “Un risentimento nel primo set, ma non ci ho pensato durante il match. Domani sarò a Bologna per la Davis”.
Lajla, la fidanzata di Sinner, è stata sempre presente nel box: discreta, silenziosa. Niente bacio a fine match, nonostante il pubblico lo aspettasse. E in conferenza stampa arriva la domanda sull’anello: “Jannik, c’è il tuo zampino in quel brillante?” La faccia di Sinner meriterebbe un romanzo. La risposta: “No, no, per carità”.
Dunque Jannik è il Maestro, ma Carlos resta numero 1 grazie ai 550 punti di vantaggio: prima delle Finals Alcaraz era 11.050, Sinner 10.000. Il Maestro vale 1500 punti, il finalista 1000. A gennaio si ricomincia: Sinner dovrà difendere i 2000 punti degli Australian Open. Gli altri, dal numero 3 in giù, sono lontanissimi.









