L’omicidio è avvenuto nel primo incontro non supervisionato. Indagini su precedenti violenze e sul contesto familiare
“Giovanni rimane con me, oppure io sono disposta a uccidere il bambino, uccidere me buttandomi in mare e uccidere anche Paolo”. Sono parole pronunciate l’11 luglio 2018 da Olena Stasiuk e verbalizzate dai Servizi sociali quando si ipotizzò l’affido esclusivo del figlio Giovanni, 9 anni, al padre. A riferirle è l’avvocata del papà, Gigliola Bridda, in un’intervista a SkyTg24.
Il padre, negli atti dell’epoca, aveva scritto: “Sono preoccupato per l’incolumità di mio figlio, per la sua integrità. La mia ex moglie può arrivare a ucciderlo. Perché ho visto quello che capitava a casa”.
LEGGI ANCHE:
“Ho un grande rammarico legato al fatto che alla madre sia stato consentito di vedere il bambino senza protezione”, ha detto oggi il padre del piccolo. A riportarlo è don Andrea Destradi, parroco di Muggia (Trieste), che è in costante contatto con lui. “Sono completamente devastato”, ha aggiunto l’uomo parlando con il sacerdote.
L’omicidio durante il primo incontro da soli
Il dolore del padre è legato al fatto che, due sere fa, la sua ex moglie ha ucciso il figlio tagliandogli la gola. Il bambino era solo con lei in uno degli incontri che, per la prima volta, si svolgevano senza alcuna supervisione.
Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, la donna ucraina avrebbe in passato stretto le mani attorno al collo del figlio, provocandogli lividi giudicati guaribili in tre giorni, episodio documentato e risalente a due anni fa.
La ricostruzione pubblicata da Il Piccolo descrive un ambiente matrimoniale burrascoso, con una convivenza sostanzialmente finita già alla nascita del bambino. “Ricordati bene che se io muoio anche Giovanni muore con me! E non pensare che stia scherzando”, sarebbe stata una delle minacce rivolte al marito.










