Contro Alcaraz un primo set da campione, poi il crollo. Lorenzo guarda avanti: famiglia, nuovi obiettivi e un coach in arrivo accanto a Tartarini. Intanto l’Italia vola alle semifinali con Sinner e con il doppio, ma in Davis dovrà fare a meno dei suoi due big
TORINO – Grazie Lorenzo, sappiamo che ci hai provato fino alla fine. Fino al limite, finché ti hanno retto le gambe e la testa riusciva a dirti cosa fare.
Musetti perde in due set (6-4, 6-1) contro il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz, una sconfitta che consegna il trono del tennis allo spagnolo e leva a Sinner la speranza di riconquistare la corona entro la fine dell’anno.
Erano tanti gli effetti collaterali di questo match che un intreccio di calcoli e numeri ha reso una finale prima della finale. “Vamos” ha urlato nella telecamera Carlitos quando ha chiuso l’ultimo quindici di una partita che ha avuto storia solo nel primo set. Poi, sempre sulla telecamera, ha scritto “#1” e una faccina sorridente.
«Sono molto contento di essere tornato numero 1, per me significa molto, il mondo intero, quello che sogno da sempre e che adesso mi godo più della prima volta. All’inizio dell’anno francamente mi sembrava difficile riuscirci perché vedevo Jannik vincere e giocare sempre meglio. Poi, da Parigi in poi è cambiato qualcosa e ora sono qua».
Un set di battaglia, poi il crollo
La partita, nei fatti, è durata un set. Fino al 4-4 Musetti è riuscito a tenere il gioco quindici su quindici grazie al servizio e a una scelta tattica coraggiosa: pressare lo spagnolo non negli angoli – da dove è capace di uscire trovando traiettorie ancora più acute – ma nel corridoio centrale, con palle molto profonde.
Avendo scelto di iniziare il match rispondendo, Lorenzo si è trovato sotto 4-5 con il servizio a disposizione. Arrivato sul 40-15 e con due palle per il 5-5, il servizio non ha più funzionato e una serie di punti spettacolari ha consegnato break e set ad Alcaraz. La seconda partita non è stata davvero giocata, anche perché lo spagnolo a quel punto ha fatto quello che ha voluto.

Un nuovo coach in arrivo
Ora Musetti deve ragionare sul suo nuovo ruolo nel tennis mondiale. È numero 6 del mondo, suo best ranking e, se non fosse stato fermo due mesi dopo Montecarlo, probabilmente sarebbe top five.
«Ora devo riposare e stare con la mia famiglia (tra una settimana nasce il secondo figlio, ndr) – ha detto Musetti in conferenza stampa dopo il match – Poi senza dubbio dovrò ragionare sugli obiettivi della prossima stagione, di classifica e nella tecnica».
Il ragazzo di Carrara sa di avere ancora ampi margini di miglioramento. «Anche mentali – ha sottolineato – la partita vinta contro De Minaur per me è stata importante soprattutto perché ho saputo trovare io l’energia e la volontà di vincere. A me non succede spesso».
In questa nuova fase ci saranno modifiche al team. E questo è un passaggio complicato per Lorenzo, così come un paio d’anni fa lo fu per Sonego. Tra Musetti e Tartarini c’è un rapporto padre-figlio, destinato a rimanere tale. Ma il maestro di quando avevi sei anni non può più bastare per stare stabilmente nella top five e «provare magari a giocare una finale Slam visto che ho fatto due semifinali».
Arriverà un coach, dunque, non per sostituire ma per affiancare. Si fa il nome dello spagnolo Perlas, ma per uno come Lorenzo forse sarebbe più adatto un profilo alla Ljubicic. O Renzo Furlan.
Qualcuno che, ad esempio, corregga la posizione in campo così arretrata: quei piedi sempre a 2-3 metri dalla riga di fondo sono un bancomat a questo livello. Alcaraz, per dire, ha giocato incrociati che non rimbalzavano mai oltre il rettangolo del servizio: un angolo imprendibile per chi sta così lontano.
Semifinali azzurre
La bella notizia è che l’Italia è comunque in semifinale in entrambe le gare: singolare e doppio. Bolelli e Vavassori, 40 e 30 anni, prima coppia classificata, giocheranno sabato la semifinale contro la seconda dell’altro gruppo (la cui sorte sarà decisa negli incontri di oggi).

Ieri hanno perso nel match tiebreak (13-11) contro gli inglesi Cash-Glasspool, una partita che in ogni caso avrebbe deciso solo la coppia seconda qualificata, quella inglese.
I nostri Blues Brothers – ormai li chiamano così perché entrano in campo ogni volta con gli occhiali neri specchiati, omaggio ad Armani – hanno giocato comunque molto bene, forse un attimo più rilassati. Meritano di essere ricordati anche perché Cash e Glasspool sono la coppia numero uno al mondo.
E siamo in semifinale, ovviamente, con Jannik Sinner. L’azzurro sa che non potrà più ambire al numero 1 ma vuole tenersi il titolo di Maestro. Oggi (ore 14) giocherà contro Ben Shelton, ultimo incontro di un girone che Jannik ha già vinto. Sappiamo già che sabato, in semifinale, troverà De Minaur, il secondo qualificato dell’altro gruppo.
La Davis senza i numeri 1 e 2
C’è anche una brutta notizia. Lorenzo Musetti non giocherà la Davis la prossima settimana a Bologna.
«Ho già parlato con il Capitano Volandri e ha capito benissimo che fra stanchezza fisica e attesa per la nascita di Leandro (il secondo figlio, ndr) non potrei dare nulla alla squadra che resta uno squadrone e può giocarsela comunque».
A questo punto, senza i nostri numeri 1 e 2, è molto complicato immaginare di tenere la Davis in casa dopo averla vinta due volte di fila. Anche perché Alcaraz e Zverev sono al momento entrambi confermati.
Si comincia martedì a Bologna: l’Italia esordisce mercoledì contro l’Austria. Le nostre punte saranno Cobolli e Berrettini, con Sonego e Darderi come riserve. Il doppio, neanche a dirlo, sarà Bolelli-Vavassori. Possiamo comunque fare molto. Di sicuro ce la metteranno tutta.











