Un doppio sogno azzurro che infiamma il pubblico del Pala Alpitour. Ma Alcaraz potrebbe ancora prendersi la corona del re
“Forse non abbiamo giocato al livello di Lorenzo…”. La battuta piace, e Jannik Sinner si prende di nuovo l’applauso dei sedicimila della In Alpi Arena. La Volpe ha appena staccato il biglietto per la semifinale del torneo dei Maestri. La vittoria contro Sasha Zverev lo promuove come unico qualificato, al momento, degli otto big convocati a Torino.
Una vittoria netta
Poco più di novanta minuti e due set che sono sembrati perentori, quasi a senso unico (6-4, 6-3), risolti con un break sul 4-4 nel primo set e poi sul 4-2 nel secondo, non raccontano però la verità di una partita intensa, tecnicamente bellissima, giocata a ritmo forsennato e molto più equilibrata (“much more close”, spiega Zverev) di quanto il punteggio suggerisca.
Grande protagonista il servizio per entrambi, lunghi scambi da fondo, e un Sinner che ha spesso chiamato a rete Zverev per poi passarlo con precisione chirurgica.
Zverev: “E questo significa essere numero 1”
Il numero 3 del mondo non ha affatto giocato male: ha avuto sette palle break e non ne ha convertita neppure una. Sinner ne ha avute due. Le ha trasformate entrambe.
“E questo significa essere numero 1”, ha concesso Zverev nel post-match.
Si sono incontrati tre volte negli ultimi tre tornei (Vienna, Parigi, Torino) e il risultato non è mai cambiato. “Vorrei tanto non incontrarti per un po’ di tempo”, aveva scherzato il tedesco nei giorni scorsi.
Il servizio come nuova arma
“Partita difficile (lo è stata al di là del risultato, ndr), io e lui ci conosciamo molto bene e per fortuna mi è bastato un break per set”, ha detto Jannik a fine partita. Dalla finale degli US Open, Sinner ha lavorato molto sul servizio, diventato ormai un’arma sicura: non tanto per gli ace (ieri sera 12) quanto perché, come ha spiegato, “riesco a giocare il servizio che voglio e che serve”.
Anche Zverev ha cambiato qualcosa per provare a battere l’azzurro. “Ho capito cosa, ma no, non ve lo dico”, ha glissato Sinner.
Finals ancora aperte: un solo eliminato
La vittoria dell’azzurro — la 28ª consecutiva sul veloce indoor — non risolve il rebus delle Finals, dove il meccanismo dei due gironi e dei punti tiene aperte tutte le opzioni. Alla fine del giorno 4, l’unico eliminato sicuro è Ben Shelton, sconfitto ieri in tre set (4-6, 7-6, 7-5) da Auger-Aliassime, il “principe” del circuito per eleganza e portamento.

Servirà l’ultimo incontro di ciascun girone (Jimmy Connors, capitanato da Alcaraz, e Bjorn Borg, guidato da Sinner) per conoscere i magnifici quattro delle semifinali.
Sinner può chiudere da numero 1?
La settimana è iniziata con Alcaraz tornato in vetta a 11.050 punti e Sinner secondo a 10.000, perché con l’avvio delle Finals Jannik ha dovuto scontare (da regolamento) i 1.500 punti conquistati l’anno scorso a Torino. Anche quest’anno sono in palio 1.500 punti. Ogni vittoria nel girone ne vale 200.
Se oggi Alcaraz dovesse battere Musetti, salirebbe a +600 (tre vittorie) creando un distacco incolmabile per Jannik.
È Musetti mania a Torino
Ma ieri, tra la Fanzone e il palazzetto, il nome più pronunciato era uno: Lorenzo Musetti. La sua impresa agonistica e umana contro De Minaur — una partita che aveva già perso sei o sette volte — ha fatto esplodere il pubblico. Se Musetti è Michelangelo, quella partita è il suo David. Vediamo se oggi, contro Alcaraz, saprà costruire la sua Cappella Sistina.
Ha conquistato tutti, a prescindere da età, sesso o competenza tennistica, perché l’impresa, quando supera il normale, sfiora il divino.
“La partita più emozionante”
“È stata la partita più emozionante della mia carriera. Avrà un posto speciale nel mio cuore. La voglio dedicare a Leandro, che nascerà tra pochi giorni”, ha detto Lorenzo in conferenza stampa, pur essendo l’una del mattino.
Musetti ha tatuato sull’avambraccio la strisciata di un elettrocardiogramma e una racchetta al posto del cuore.
“Onestamente mi sentivo abbastanza spacciato nel terzo set, specialmente dal punto di vista fisico. Non so cosa mi sia scattato. Questo sport mi meraviglia ogni giorno di più”.
Oggi l’allenamento, stasera lo show
Ieri, riposo totale: “Non ha toccato la racchetta”, ha assicurato coach Tartarini.
Oggi è previsto un allenamento più intenso prima del grande show delle 20.30. Comunque vada, sarà uno spettacolo in cui il fattore campo e il pubblico avranno un ruolo decisivo.
Le prime parole di Lorenzo, l’altra sera, mano sul cuore e occhi alle tribune:
“Se sono riuscito a trovare da qualche parte la voglia di vincere è grazie a voi. Quindi grazie.”











