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Epstein, nuove email: «Trump sapeva delle ragazze». Una è Virginia Giuffre

Secondo le email pubblicate Trump era a conoscenza degli abusi. I messaggi, diffusi da deputati democratici, aprono nuovi interrogativi sul rapporto tra i due

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Quel cane che non ha abbaiato è Trump. Quella ragazza ha passato ore a casa mia con lui”.

Lo scandalo Epstein torna a colpire il presidente americano Donald Trump, dopo che i deputati democratici al Congresso americano hanno reso pubbliche decine di mail riguardanti il coinvolgimento dell’inquilino della Casa Bianca nella vicenda riguardante il milionario acclarato pedofilo.

Il caso del controverso finanziere Jeffrey Epstein, accusato di abusi sessuali su decine di ragazzine minorenni e misteriosamente morto suicida in prigione prima del processo nel 2019, aveva già lambito Trump la scorsa primavera, quando il tycoon si era rifiutato di pubblicare i documenti concernenti l’indagine. In particolare, ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica era stata la cosiddetta “Lista di Epstein”, ovvero sia un insieme di nomi di personaggi famosi che negli ultimi trent’anni avrebbero frequentato l’isola di Epstein nei Caraibi, dove secondo le accuse si sarebbero svolti festini sessuali riguardanti anche diverse ragazze minorenni.

Tra i nomi emersi figurano figure del calibro dell’ex presidente democratico Bill Clinton e del fratello di Re Carlo III d’Inghilterra, il principe Andrea, che ha dovuto patteggiare in tribunale per l’accusa di molestie sessuali per evitare il carcere e che è stato di conseguenza privato di ogni suo titolo dalla famiglia reale britannica.

“Trump passò ore a casa mia con una vittima”

L’anno scorso, Trump stesso aveva cavalcato il caso insinuando che decine di politici democratici e attori liberal erano coinvolti negli scandali sessuali di Epstein e che l’amministrazione guidata da Joe Biden stava insabbiando il caso per convenienza politica, promettendo in caso di vittoria totale trasparenza nonostante i forti sospetti sulla vecchia amicizia (mai negata) tra Epstein e lo stesso Trump.

Parole a cui non sono seguiti i fatti: divenuto presidente, il tycoon ha compiuto una sconcertante giravolta asserendo che il caso Epstein non fosse mai esistito e che la lista fosse un’invenzione dei democratici. Un cambio di passo che aveva diviso la stessa base repubblicana, in particolare l’ala più anti-sistema, che ha visto nella mossa di The Donald un tradimento della parola motivato dalle accuse più disparate, dalla corruzione ad opera del “Deep State” americano al sospetto che Epstein in realtà fosse un agente segreto al servizio del Mossad israeliano.

Il Congresso riapre il dossier Epstein

Ora, la riapertura del caso rischia di spaccare nuovamente la base Maga, mettendo i seguaci delle teorie del complotto contro il presidente che – paradossalmente – ha fatto di tale articolo un elemento di grande successo elettorale.

L’opposizione chiede di rendere pubblici tutti i documenti dell’inchiesta su Epstein, mentre i repubblicani si dividono tra chi vuole chiudere il dossier e chi, invece, teme nuovi danni d’immagine per Trump.Le email provengono da un periodo successivo al patteggiamento di Epstein del 2008 in Florida, quando ottenne di evitare accuse federali più gravi.

L’email su Virgia Giuffre a Ghislaine Maxwell e Michael Wolff

Nelle mail sono state scritte dallo stesso Epstein e dirette soprattutto alla sua fidanzata Ghislaine Maxwell e al giornalista Michael Wolff, ex intervistatore di Epstein. In esse, il finanziere poi suicida fa una serie di affermazioni “scivolose” per Trump: in un passaggio, per esempio, Epstein afferma che Trump abbia trascorso «ore» a casa sua con una donna descritta come una vittima del suo traffico sessuale.

Secondo i media americani, si tratterebbe di Virginia Giuffrè, una dei nomi chiave dell’inchiesta, già grande accusatrice del principe Andrea ma morta suicida lo scorso aprile. L’identità della vittima resta non confermata ma l’eventuale coinvolgimento della Giuffrè solleverebbe nuovi interrogativi: se le molestie del tycoon fossero reali, perché la ragazza avrebbe accusato il principe Andrea e non Trump? E perché nelle sue memorie avrebbe definito il presidente una persona «amichevole», che non le avrebbe «avrebbe fatto alcun male»?

“Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump. Quella ragazza ha passato ore a casa mia con lui, e non è mai stata menzionata”. Maxwell rispose: “Ci stavo pensando anch’io”.

La replica di Trump: “Un’altra montatura”

Donald Trump ha negato qualsiasi coinvolgimento o conoscenza delle attività di Epstein, definendo le accuse “una montatura dei democratici”. L’ex presidente ha ricordato di aver avuto in passato un rapporto di conoscenza con Epstein, poi interrotto nei primi anni Duemila. “Era un tipo strano, un creepo. L’ho cacciato da Mar-a-Lago”, ha detto in passato.

Epstein e Trump si frequentarono negli anni Novanta, dividendosi tra New York e Palm Beach. Secondo ricostruzioni del NYTimes, la loro amicizia si incrinò nel 2004 dopo una disputa immobiliare in Florida. Trump ha affermato che Epstein avrebbe tentato di “sottrarre” personale dalla sua residenza privata, compresa una giovane donna poi identificata come Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici del finanziere.

Il caso scuote il panorama politico Usa

In attesa di chiarire questi punti, il caso appare destinato a scuotere il panorama politico americano. In un altra mail, Epstein sostiene che Trump «sapeva delle ragazze», un’apparente allusione al giro di minorenni che Epstein avrebbe adescato a Mar-a-Lago, il club di golf in Florida dello stesso Trump. Un’affermazione che contraddice la dichiarazione di Trump secondo cui avrebbe cacciato il finanziere dal suo club in Florida per avergli ‘rubato’ alcune dipendenti tra cui Virginia Giuffre.

In effetti, Epstein si lamenta nella mail di essere stato escluso a seguito dello scoppio dello scandalo pubblico, sottolineando come Trump fosse a conoscenza delle sue attività. «Se dicesse che non è mai stato sul tuo aereo o a casa tua, questo ti darebbe una leva politica e d’immagine preziosa. Potresti impiccarlo in un modo tale da avere benefici positivi per te…», gli fa notare Wolff in un altro scambio.

«Il cane che non ha abbaiato è Trump….»

In un’altra occasione, il finanziere torna a rivolgersi a Maxwell sollevando sospetti sul comportamento di Trump: «Voglio che realizzi che il cane che non ha abbaiato è Trump….», sottolineando come nonostante abbia trascorso molto tempo nella sua dimora con donne successivamente rivelatesi vittime del suo giro sessuale non sia mai stato menzionato nelle indagini. «Ci stavo giusto pensando», gli risponde la sua fidanzata, condannata in seguito per complicità nel traffico di minori finalizzato allo sfruttamento sessuale.

Le email, diffuse dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, sono state ottenute sulla base di un mandato nei confronti degli eredi di Epstein all’inizio di quest’anno e appaiono destinate a incendiare nuovamente il dibattito pubblico americano. «Più Donald Trump tenta di insabbiare il caso dei files di Epstein, più ne portiamo alla luce. Queste ultime mail sollevano domande evidenti su cos’altro la Casa Bianca stia cercando di nascondere e sulla natura tra Epstein e il presidente», ha spiegato Robert Garcia, capogruppo democratico nella commissione vigilianza.

«I repubblicani stanno gestendo un programma di protezione pedofili, stanno intenzionalmente nascondendo i files di Jeffrey Epstein», ha rincarato la dose il leader democratico alla Camera Hakeem Jeffries.

«I Democratici hanno fatto trapelare selettivamente email ai media progressisti per creare una narrativa falsa e diffamare il presidente Trump», ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in una nota ufficiale, negando dunque qualunque coinvolgimento.


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