Alle Nitto Atp Finals l’Italia brilla grazie al cuore di Musetti e alla coppia del doppio Bolelli-Vavassori. Stasera tocca a Sinner contro Zverev per continuare la corsa al titolo di Maestro e al primo posto mondiale
Siamo già in semifinale. E grazie ai giocatori da cui, forse, ci aspettavamo meno: Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Il giorno numero tre delle Nitto Atp Finals regala la partita più bella di Lorenzo Musetti, che con il cuore e con i nervi batte Alex De Minaur in tre incredibili set (7-5, 3-6, 7-5).
Tre ore di gioco in cui, dato più volte per spacciato dalla metà del secondo set e sul 5-3 sotto nel terzo, Musetti ha letteralmente ribaltato il risultato. Galeotto il cuore di questo ragazzo, il suo talento, il pubblico che ad un certo punto è entrato in campo, un pallonetto calibrato al millimetro e una volée non chiusa dal tennista australiano.
Italia già in semifinale con Bolelli e Vavassori
In attesa che il Centrale azzurro, sempre gremito con sedicimila spettatori per ogni sessione di gioco, risolva l’enigma del Maestro che diventa anche Re, ovvero decida chi tra Sinner e Alcaraz chiuda l’anno come Numero 1, l’Ita tennis ha già un posto sicuro nelle semifinali di sabato. È successo infatti che Bolelli-Vavassori hanno vinto anche il secondo match contro la coppia numero 3 del mondo Granollers-Zeballos. Avevano già vinto contro i numeri 1, la coppia inglese Glasspool-Cash, e nei fatti hanno già conquistato la semifinale.

“Una delle partite migliori mai giocate” hanno detto dopo il match questi due giovani uomini che sono arrivati a Torino per il rotto della cuffia a sfidare i giganti del doppio. Gli azzurri hanno giocato con una lucidità e determinazione mai viste. Sicurezza, sintonia e fantasia, tre ingredienti che hanno fatto impazzire il pubblico. Bolelli, il veterano della coppia, 40 anni, capelli sale e pepe che ne fanno forse il più bello del circuito, ha analizzato l’incontro con freddezza dopo essere scoppiato in lacrime dopo la prima vittoria.
“Abbiamo giocato due ottime partite, soprattutto oggi, anche meglio della prima. Riusciamo ad essere un pochino più freddi nei momenti importanti”. Occhi negli occhi, mettere energia in ogni quindici: “Credo – ha aggiunto Vavassori – che tutto questo sia stata la chiave della nostra vittoria”.
Musetti, talento e fatica nel torneo dei Maestri
Due parole a parte per Musetti. Il numero 9 del mondo, rimasto fuori dalle Nitto Atp Finals per 5 punti e poi ripescato per la rinuncia di Djokovic, è arrivato stremato sul palcoscenico finale. Ieri sera ha fatto forse la partita della vita e ha preso in mano quel cuore che talvolta gli si rimprovera di non avere.
Ci teneva Musetti a fare bella figura nel torneo dei Maestri, lui che forse, grazie al talento, è più maestro di altri. Va detto però che non è giusto arrivare ad un torneo come questo avendo giocato match quasi ogni giorno nelle due settimane precedenti. L’azzurro è arrivato vuoto e stanco. Nella prima partita contro Fritz ha perso in due set senza dare troppe illusioni sul seguito del torneo.


È tornato in campo ieri sera dopo 24 ore: nel primo set è stato il Musetti che abbiamo visto sabato ad Atene in finale contro Djokovic, creativo, grintoso, convinto. Poi è arrivato il crollo nel secondo set, “mi fanno male le gambe” ha continuato a ripetere.
“Guarda che lo sanno anche quelli che stanno al bar, non lo dire più” lo ha fatto sorridere coach Tartarini. Sul 4-1 e poi 5-3 nel terzo tutti abbiamo chiuso i pc e inviato gli articoli con la “inevitabile sconfitta di Muso”. Poi è arrivato quel pallonetto (di Lorenzo) tirato su con il naso in terra, la volée non chiusa di De Minaur e l’altra volée, questa volta chiusa, di Musetti. C’è vita su Marte. Il tweener tra le gambe a seguire ha convinto il ragazzo di Carrara che c’era ancora qualche chance. Il tennis è così: imprevedibile “fino alla fine” come ha scritto Lorenzo alla fine sulla telecamera.
Domani giocherà la partita decisiva contro Alcaraz. Decisiva per la sua qualificazione in semifinale. E anche per le sorti del Numero 1.
Sinner-Zverev, la sfida per il sogno Numero 1

Stasera tocca a Sinner contro il “solito” Zverev. Alcaraz ha vinto ieri il secondo match (6-7, 7-5, 6-3) e sta consolidando la prima posizione. Lunedì lo spagnolo è tornato Numero 1 con 1050 punti di vantaggio su Sinner (che ha “perso” i 1500 punti delle Finals vinte lo scorso anno).
Alle Finals ogni partita del girone vale 200 punti, la vittoria in semifinale ne frutta 400 e il successo in finale ne garantisce 500, per un massimo di 1500 in caso di trionfo con 5 vittorie su 5. Sinner sarà Numero 1 a fine 2025 solo se vincerà il titolo da imbattuto e a patto che Alcaraz non vinca più di due partite nel girone e non arrivi in finale. Quasi impossibile per come stanno andando le cose.
Djokovic e l’ombra del Clostebol
Grande scalpore ieri nella bolla del tennis per “colpa” di un’intervista che Nole Djokovic ha rilasciato al giornalista Piers Morgan e al suo programma “Uncensored” trasmesso su YouTube. “La questione del Clostebol è una nuvola che seguirà Sinner, così come la nuvola del Covid seguirà me”. Non è la prima volta che Djokovic parla del caso Clostebol. Un attacco a Sinner?
O un punto di vista realista e pragmatico? Il serbo non è persona ipocrita. Ed è vero che certi fatti accaduti non possono essere cancellati. Tanto vale ammetterlo. È vero però, così come lo è stato per Djokovic, che i migliori sanno superare gli errori commessi per dolo o per colpa, poco importa. La vita va avanti e solo il campo dirà chi sei veramente. Djokovic il Goat del tennis. Sinner un fenomeno di appena 24 anni.








