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Ucraina, l’esercito smentisce la resa a Pokrovsk: «Disinformazione russa»

Il portavoce dei Marines Oleksandr Zavtonov nega la resa della 38ª Brigata: “I nostri militari non si sono arresi, resistono e infliggono perdite ai russi”. Donetsk non è a rischio ma Kiev è sempre più sotto pressione

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L’esercito ucraino ha smentito con fermezza le notizie diffuse dai media russi sulla presunta resa dei propri marines nell’area di Pokrovsk. Le informazioni diffuse dai media nemici russi sulla presunta ‘resa’ dei militari della 38ª Brigata di Marina nella zona del villaggio di Myrnohrad (direzione Pokrovsk) fanno parte di un’operazione di disinformazione”, ha dichiarato il colonnello Oleksandr Zavtonov, portavoce del 30° Corpo dei Marines della Marina ucraina, in un commento a Ukrinform.

“Annunciamo ufficialmente che i militari della 38ª Brigata non si sono arresi”, ha aggiunto Zavtonov. “Al contrario, continuano a mantenere le loro posizioni e infliggono perdite significative all’esercito russo”.

Secondo Kiev, i canali di propaganda russa avrebbero diffuso video manipolati per far credere all’avanzata e alla resa ucraina a Pokrovsk. Le forze di Kiev, invece, confermano di controllare ancora l’area strategica del Donetsk.

La città-fortezza di Pokrovsk, lungo la linea del fronte russo-ucraino nel Donetsk, è allo stremo. Dopo più di un anno di logoranti offensive e continui bombardamenti importanti nuclei di truppe russe sono entrate ieri nel nord della città sfruttando la fitta nebbia che ne ha coperto i movimenti.

Lo scopo: accerchiare ciò che resta delle truppe di Kiev poste a difesa del centro urbano e tagliargli l’ultima via di fuga verso i territori controllati dagli ucraini. Una manovra che, fortunatamente per l’Ucraina, non sembra sia andata completamente come voluto dal Cremlino, che non è riuscito a chiudere interamente la sacca. Stando a quanto dichiarato dalle autorità di Kiev, le truppe possono ancora ritirarsi al di fuori della città e lasciare la zona senza essere totalmente distrutte, anche in luce del fatto che la vicina città di Myrnohrad resta in mano ucraina.

Ma il fatto che i russi non abbiano completato l’accerchiamento non significa che le avanzate degli scorsi giorni, e in particolare quella di ieri, non abbiano fatto pendere definitivamente l’ago della bilancia in favore di Mosca in quell’area di operazioni. Con la manovra a nord, infatti, i russi hanno messo in serio pericolo i soldati ucraini, rendendo di fatto impraticabile continuare a difendere quello che ormai è un bersaglio pressoché intenibile.

Per mesi i russi hanno lanciato piccole azioni d’infiltrazione utilizzando squadre di fanteria leggera, ingaggiando gli ucraini per le strade del centro abitato. Una tattica molto efficace per le truppe di Mosca e che ha permesso, in quell’area come in altre zone del lungo fronte ucraino, di limitare l’impatto dei tantissimi droni che agiscono quasi indisturbati sui campi di battaglia dell’Ucraina. Il cambio di tattica impiegata dalle squadre di fanteria russa ha avuto un effetto notevole sulle capacità ucraine di difendere Pokrovsk. Per contrastare le tante piccole infiltrazioni russe, infatti, gli ucraini sono stati costretti a spendere preziose risorse e a lanciare continui contrattacchi, impiegando anche truppe d’élite delle forze speciali dirette dai servizi segreti di Kiev.

L’impatto dell’attrito

Alla lunga, oltre ai bombardamenti contro le linee di rifornimento che hanno aggravato la già tragica situazione degli approvvigionamenti, l’infinita serie di schermaglie per le vie della città hanno logorato i difensori, i quali da mesi lamentavano scarsità di equipaggiamenti e personale. L’assalto di ieri, avvenuto con il favore della nebbia, ha dato solo il colpo di grazia ad una battaglia che era, in sostanza, già persa da qualche settimana. Ma la consapevolezza dell’inevitabilità della disfatta a Pokrovsk non ha comunque indorato la pillola a Kiev, che con la perdita di questa fortezza subisce un colpo molto pesante. Anche se, forse, non così pesante come si pensava solo qualche settimana fa.

I russi, infatti, potrebbero non avere le riserve necessarie ad approfittare in senso strategico della presa della città, specialmente alla luce del fatto che le immagini provenienti dal fronte mostrano il grosso delle truppe di Mosca muoversi con mezzi di fortuna, moto o auto civili semi distrutte, nelle strade d’accesso alla città. Senza mezzi rapidi e affidabili tentare l’assalto in profondità verso Kramatorsk o altre roccaforti ucraine nel Donetsk diventa problematico, forse persino impossibile. Lo sfondamento del fronte a Pokrovsk, in buona sostanza, può essere ancora contenuto dagli ucraini sfruttando la lentezza operativa dei russi, impossibilitati, e poco avvezzi, a compiere rapide puntate offensive in maniera coordinata.

Cosa significa la caduta di Pokrovsk

A livello di morale, comunque, la caduta di Pokrovsk potrebbe avere un impatto non dissimile da quello registratosi in occasione della caduta di Avdiivka nel 2024 e di Bakhmut nel 2023. Tutte vittorie pagate a carissimo prezzo da Mosca ma che hanno permesso al Cremlino di continuare a presentare le offensive in Donbass come azioni paganti sul piano strategico. Tanto più che, con la perdita di Pokrovsk, gli ucraini perderanno un importante snodo ferroviario e una delle punte della fortezza predisposta per impedire ai russi di puntare su Dnipro e di completare la conquista del Donetsk.

Dopo questa avanzata, i prossimi obiettivi saranno senza dubbio Myrnohrad, così da chiudere la grossa sacca di Pokrovsk, le più distanti Dobropillya e Kramatorsk. Quest’ultime due, però, restano ancora molto lontane dalla linea del fronte e a meno di stravolgimenti eclatanti richiederanno operazioni molto lunghe e complesse per essere conquistate. Per il momento, dunque, il Donetsk ucraino regge ancora, anche se è impossibile dire quanto ancora Kiev potrà reggere stravolgimenti di questo tipo.

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