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Venezia, il delfino ‘Mimmo’ tra gondole e vaporetti: la città chiede di salvarlo

A Venezia un delfino, Mimmo, nuota da settimane nel bacino di San Marco. Gli esperti lo monitorano costantemente: non è intrappolato


Acrobazie con vista San Marco, schivando gondole e vaporetti in una delle zone più trafficate della laguna di Venezia. Da inizio ottobre, nel bacino di San Marco, è frequente l’avvistamento di un delfino già presente in laguna da luglio. Si tratta di un tursiope, ribattezzato “Mimmo”, che ha deciso di restare stabilmente in uno degli angoli più rumorosi e affollati della città.

La presenza del delfino ha attirato turisti, curiosi e ambientalisti. Le sue condizioni, al momento, sono buone: secondo il Museo di Storia Naturale di Venezia, Mimmo si sarebbe già spinto più volte in mare aperto, segno che non è rimasto intrappolato ma sceglie volontariamente di sostare nel bacino di San Marco. Il monitoraggio da parte di Cert e Guardia Costiera è continuo.

I rischi del traffico nautico

Nonostante l’apparente serenità dell’animale, resta alta la preoccupazione per la sua sicurezza. Il rischio di collisioni con gondole e motoscafi è concreto, e in più occasioni i vaporetti hanno dovuto cambiare rotta all’ultimo momento per evitarlo. Sabato, in piazza San Marco, un gruppo di cittadini ha organizzato un flash mob per chiedere maggior rispetto per il delfino e il suo trasferimento in mare aperto.

Come spiega Cristina Romieri, tra le promotrici dell’iniziativa, al normale traffico lagunare “si aggiungono ora parecchie imbarcazioni che vanno appositamente per vederlo e fotografarlo, alcune perfino con turisti a bordo. Abbiamo visto addirittura qualcuno lanciare una palla”.

Le regole per proteggere Mimmo

Gli esperti hanno redatto un vero e proprio vademecum per chi si imbatte in Mimmo. Tra le regole principali: mantenere una distanza minima di 50 metri, non tagliare la rotta al delfino, non tentare di dargli da mangiare e non cercare di abituarlo alla presenza umana. “Dobbiamo evitare di stressarlo e sperare che decida spontaneamente di tornare in mare”, spiega Luca Mizzan, responsabile del Museo di Storia Naturale.

Con l’abbassarsi delle temperature e lo spostamento dei banchi di pesce verso il mare aperto, è possibile che il delfino segua il suo istinto e lasci la laguna. Intanto gli avvistamenti continuano tra San Marco, Punta della Dogana, Giudecca e il Lido. Se dovesse essere notato ferito o in difficoltà, l’invito è quello di contattare subito la Guardia Costiera o il Cert.

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