Polemiche sul ritardo nella chiusura del tetto, luci, condizioni dei campi: ieri nei match del pomeriggio i giocatori sono scivolati più volte
Due set sotto, due pari al terzo, Dimitrov ha appena chiuso il suo game di servizio con un ace. Cammina verso il centro del campo, si mette la mano sinistra sulla spalla destra, alzo lo sguardo e si inginocchia sull’erba ormai spelata del Centre court. Sono secondi di terrore, il pubblico è ammutolito e non capisce. Sinner attraversa il campo e va verso l’avversario.
Intanto entrano in campo i massaggiatori. Dimitrov viene alzato di peso e portato prima alla sua sedia e poi fuori dal campo. Tornerà dopo una manciata di minuti per abbracciare Jannik e annunciare il suo ritiro sul 6-3/7-5/2-2 in suo vantaggio e due ore e 8 minuti di gioco.

Gli ultimi ottavi di finale della parte del tabellone degli Championships finiscono così, con Jannik Sinner che si carica in spalla le borse del bulgaro e lo accompagna fuori tra gli applausi. Strappo alla spalla destra, quella che fino a quel momento gli aveva garantito 14 ace contro i quattro dell’azzurro e 36 vincenti contro gli appena 19 di Sinner. Che a sua volta era caduto nel primo game del primo set e per tutta la prima partita (subito 3-0 sotto) si è massaggiato il gomito destro mostrando di non riuscire a stringere bene il manico. Anche per lui massaggiatori in campo alla fine del primo set.
In generale il numero uno del mondo è sembrato incerto sugli appoggi e anche nel colpire la palla, molto falloso e poco preciso soprattutto nel dritto. Colpa, probabilmente, della luce fioca dell’imbrunire. Le cose sono cambiate nel terzo set quando è stato chiuso il tetto e il campo è stato illuminato a dovere.
Luci e condizioni dei campi
Ci saranno molte polemiche sul ritardo nella chiusura del tetto e nell’accensione delle luci. In generale sulle condizioni dei campi: ieri in tutte le partite del maschile, specie quelle del pomeriggio, i giocatori sono scivolati sugli appoggi più volte: Djokovic (“condizioni del campo oggi molto difficili”), Shelton, lo stesso Sonego. Venti gradi, secco, dopo una mattinata di pioggia: l’erba ne ha risentito ed è diventata nemica per molti.
Sinner: “Non è stata una vittoria”
“Non considero in alcun modo questa una vittoria” ha detto Sinner nelle dichiarazioni post match che non voleva neppure rilasciare. “Chiedo un applauso per Grigor che avrebbe probabilmente vinto questa partita”. “Vedrò – ha aggiunto poco dopo – domani come sta il gomito e deciderò cosa fare”.

Cobolli ai quarti: «Un sogno qui, con la mia famiglia»
L’attacco a tre dell’Ita tennis ha perso un laterale (Sonego), ha salvato un match che si era messo molto male (Sinner) ma ha trovato una nuova risorsa: Flavio Cobolli, 23 anni, approda ai quarti del torneo più bello e prestigioso e al club del “Best of 8” che significa essere membro onorario a vita dell’Aeltc.
Il dritto di Marin Cilic che si insacca nella rete dopo tre ore e 25 minuti di tennis stellare non è solo l’accesso ai quarti di finali di Wimbledon per Flavio Cobolli. Sicuramente è “la vittoria più importante delle mia vita, il giorno che ho sempre cercato e che non dimenticherò mai”. Ma quel dritto, finito in rete dopo l’ennesimo scambio serratissimo di rovescio, è anche un affare di famiglia. Di un padre, Stefano, 48 anni, che è stato 340 del mondo e ha arrancato per anni nei tornei Future senza mai riuscire a passare un turno di qualificazioni negli slam e da sei anni anni si occupa del figlio.
Di Guglielmo, il fratello sei anni più piccolo di Flavio che di lui dice: “È un pezzo del mio cuore”. Ieri sono scoppiati a piangere entrambi, Gugliemo nascosto nella felpa, Stefano dentro l’asciugamano, mentre Flavio raccontava al mondo perché è arrivato fin qua con un sorriso dolcissimo e ironico che non lo abbandona mai. La sua carta segreta, viene da pensare. “Ho lavorato tanto per arrivare qua, tutto sommato penso di essermelo meritato. Ora poi capite che qui c’è mio padre che piange, mio fratello pure, e insomma, sono qui con tutta la mia famiglia e siamo tutti emozionati. Anche perché ora andrò a giocare su uno dei campi centrali di Wimbledon, e insomma dai, posso essere contento no”.

E anche i settemila spettatori del Campo 2, una buona metà italiani e anche romani e romanisti a giudicare dai cori, hanno mescolato lacrime e risate. Per inciso: a Wimbledon c’è anche mamma Francesca la quale però, per scaramanzia, non si fa vedere ai campi quando gioca Flavio. È iniziata così. Difficile farle cambiare idea anche perché Flavio è un super scaramantico: “Uso sempre la stessa palla per servire, non cammino mai sopra le righe, uso sempre la stessa doccia, se volete ve ne dico anche altre”. Ad esempio ieri nel box, con babbo e fratello, c’era l’amico fraterno Edoardo Bove, il calciatore della Fiorentina fermato a inizio anno per un problema cardiaco. Amici da sempre (Flavio ha giocato nelle giovanili della Roma), Bove aveva previsto il suo arrivo per ieri “perché tanto sarai ancora dentro il torneo”. Così è stato. Bove mascotte: difficile che il clan Cobolli possa fare a meno di lui in futuro.
Se la partita contro Mensik era stata “perfetta”, quella contro Cilic (6-4/6-4/6-7/7-6) “lo è stata ancora di più”: “Ho fatto fin dall’inizio quello che dovevo: aggressivo nella risposta, ho cercato di farlo muovere molto, palle corte quando ho potuto”. Nel terzo e quarto set il livello è ancora cresciuto e il jolly di Cobolli è stato senza dubbio la mobilità e la scelta, spesso, di tirare nei piedi del croato. I due tie break (7-4 il primo per il croato; 7-3 il secondo e finale per Cobolli) e la statistiche premiano l’azzurro e raccontano di una partita ad alta intensità: 19 ace, 48 vincenti, 64 errori non forzati per il croato; 11 ace, 45 vincenti, 47 errori non forzati per Flavio.
Una partita vinta con tanta pazienza e cuore contro un ex top 3, vincitore di slam (Us Open 2015) e più volte finalista (Wimbledon 2017). Mercoledì troverà Djokovic e, probabilmente, il Centrale. I due sono amici. “Sono molto contento per lui, è uno dei migliori ragazzi emergenti. Vedremo, siamo nei quarti, i migliori otto, vincerà il migliore”. Djokovic ha detto che chiederà al figlio Stefan, 9 anni e buon giocatore, qualche consiglio tattico.

Sonego battuto, Shelton attento e paziente
Nulla da recriminare per Lorenzo Sonego. Ha fatto quello che poteva contro Shelton in stato di grazia e più attento del solito a non perdere concentrazione e pazienza. Il punteggio (3-6/6-1/7-6/7-5) fotografa quello che è stato: una partita testa e testa, decisa alla fine più dall’età (i 30 anni di Sonego e nella gambe i cinque set da cardiopalma vinti contro Nakashima) che dalle prodezze, tante, di Shelton sia a fondo campo che a rete. Il quinto game della quarta partita è stato un susseguirsi di volée smorzate sotto rete, schiaffi al volo, smash, persino un passante di rovescio tirato da Shelton in tuffo mentre finiva a terra. Sonego è uscito tra gli applausi del pubblico, tutti in piedi per lo show lungo tre ore. Sarà Shelton il prossimo avversario di Sinner. Entro domani Jannik dovrà resettare qualcosa. O sperare di giocare nel primo pomeriggio.
Meteo, temperature in rialzo: erba migliore
Il meteo dice che la temperatura tornerà sui trenta gradi, sole e secco. L’erba cambierà ancora. Ma that’s Wimbledon, bellezza, così da 138 anni e tutti si devono adeguare.