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Così le ferrovie hanno plasmato l’Italia, dall’unità nazionale alle nuove sfide

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Al Vittoriano e a Palazzo Venezia la mostra sulle ferrovie, “dall’unità nazionale alle sfide del futuro”

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La storia dell’unità nazionale e la storia delle ferrovie risultano pressoché inseparabili: i binari hanno reso concreta la geografia politica italiana, collegando territori divisi da secoli, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunità di lavoro e di mobilità sociale. Come disse già negli anni ’40 dell’800 Camillo Benso, conte di Cavour, «più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell’indipendenza nazionale»: il ruolo delle ferrovie era già iscritto nel percorso del Risorgimento e nella costruzione dell’Italia moderna.

Così, nell’arco di più di un secolo, i treni e le stazioni hanno contribuito a plasmare una nuova identità collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. Anche per questo, le ferrovie sono state fonte d’ispirazione per letterati e artisti, diventando metafora potente della modernità, della velocità e del progresso, comprese anche le loro innegabili contraddizioni.

La mostra

A raccontare questo viaggio lungo oltre un secolo arriva oggi la mostra “Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro”, promossa e organizzata da VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo FS Italiane e ospitata nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia.

L’esposizione raccoglie, tra le altre, le opere di Giuseppe De Nittis, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Fortunato Depero, Giorgio De Chirico, Pino Pascali, Gianni Berengo Gardin e Mario Schifano, Ferdinando Scianna, Letizia Battaglia, Jannis Kounellis e Mimmo Jodice: tutti nomi che hanno segnato la storia delle arti visive. Sarà possibile rileggere i testi sul tema scritti da autori come Giosuè Carducci, Luigi Pirandello, Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Pascoli, Elio Vittorini, Giorgio Caproni, Andrea Camilleri. Già visitata in anteprima il 5 novembre dal presidente Mattarella e aperta al pubblico ieri, 7 novembre, la mostra sarà visitabile fino all’11 gennaio del 2026.

L’iniziativa rientra nelle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905, in epoca giolittiana. «Le Ferrovie dello Stato rappresentano una parte fondamentale dell’identità italiana: hanno accompagnato ogni stagione della nostra storia, contribuendo in modo decisivo alla crescita economica, culturale e sociale del Paese», spiega il Presidente del Gruppo FS, Tommaso Tanzilli.

«Questa mostra non celebra soltanto un anniversario – continua Tanzilli – ma una comunità di donne e uomini che, da oltre un secolo, mettono in movimento l’Italia con passione, competenza e senso di responsabilità. L’evoluzione tecnologica, l’Alta Velocità, i treni notte e la rete dei collegamenti regionali hanno cambiato il modo di viaggiare e di vivere il Paese, avvicinando città, persone e opportunità e facendo della ferrovia italiana un modello di eccellenza riconosciuto anche a livello internazionale».

Insomma, conclude il presidente del Gruppo FS, «raccontare 120 anni di FS significa raccontare la storia di un popolo, di un sistema industriale capace di coniugare tradizione e innovazione, memoria e visione. Il nostro futuro è fondato sulla sostenibilità, sulla tecnologia e sulla centralità della persona: valori che ci guidano ogni giorno e che desideriamo condividere con i visitatori o attraverso questo percorso di memoria e prospettiva».

Le sezioni dell’esposizione

All’interno della mostra, la storia delle ferrovie italiane si articola in quattro sezioni cronologiche, una sezione immersiva e infine una sezione didattico-dimostrativa. La prima sezione, dal 1861 al 1904, racconta la difficile trasformazione delle prime reti regionali in un sistema effettivamente nazionale. La seconda sezione (1905-1944) affronta l’età della gestione statale, con la fondazione di FS, delle innovazioni tecniche, dell’uso politico e militare della ferrovia, fino al regime fascista e alla Seconda guerra mondiale. La terza sezione (1945-1984) illustra la ricostruzione postbellica, il boom economico e il ruolo dei treni nelle grandi migrazioni interne e nel pendolarismo quotidiano.

La quarta sezione, dal 1985 a oggi, si concentra sull’Alta Velocità, la digitalizzazione e le sfide della sostenibilità, aprendo uno sguardo al futuro. Non manca una sezione immersiva, sempre nella Sala Zanardelli, che consente di fruire del racconto con un approccio multisensoriale attraverso la più avanzata tecnologia digitale. Infine, una sezione didattico-dimostrativa si trova nel Giardino grande di Palazzo Venezia: due monumentali riproduzioni in scala permettono di apprezzare le qualità estetiche del Settebello e dell’Arlecchino, icone del design italiano del dopoguerra.

«La storia delle Ferrovie dello Stato Italiane è la storia di un Paese che non ha mai smesso di mettersi in movimento», spiega l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma. «In 120 anni abbiamo accompagnato la crescita dell’Italia, unendo territori, persone e comunità, e contribuendo a costruire un modello di mobilità sempre più moderno e sostenibile. Con il nuovo Piano Strategico 2025–2029 – continua Donnarumma – abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione profonda: 100 miliardi di euro di investimenti per disegnare le infrastrutture del futuro, rendere la rete più resiliente e digitale, rafforzare l’intermodalità e accelerare la transizione energetica».

Il gruppo FS

Il Gruppo FS è una realtà industriale che oggi conta oltre 96 mila dipendenti e opera in diversi settori: trasporto ferroviario, stradale, logistica, infrastrutture, rigenerazione urbana e servizi tecnologici. Con un investimento previsto superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni punta adesso a una fase di profonda trasformazione. «Siamo un gruppo industriale che evolve insieme al Paese, portando l’eccellenza e il know-how italiani nel mondo per costruire una mobilità sempre più integrata, accessibile e sostenibile. La mostra al Vittoriano – conclude l’amministratore delegato Donnarumma – racconta questa evoluzione, ma soprattutto testimonia l’impegno di un Gruppo che guarda al futuro, continuando a essere motore di progresso, innovazione e coesione per l’intero Paese».

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