Gli Stati Uniti propongono all’Onu una forza di stabilizzazione per Gaza. Ma Israele colpisce Hezbollah: cresce la tensione al confine nord
Al Palazzo di Vetro è in discussione una bozza di risoluzione americana ispirata al piano Trump per delineare il futuro di Gaza. Il documento, che sarà votato nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, prevede la creazione di una Forza di stabilizzazione internazionale incaricata di disarmare Hamas e garantire la sicurezza della Striscia. La proposta comprende il varo di un Board of Peace come amministrazione transitoria e il dispiegamento di 20 mila soldati autorizzati a “usare tutte le misure necessarie” per completare la missione.
Una forza internazionale per il disarmo
Il piano Usa, condiviso anche con i Paesi arabi, prevede una collaborazione diretta con Israele, Egitto e una nuova polizia palestinese addestrata, con l’obiettivo di smantellare le infrastrutture terroristiche e impedire la ricostituzione dei gruppi armati non statali, inclusi quelli affiliati a Hamas.
Unrwa esclusa dal piano per Gaza
Secondo Israel Hayom, la bozza affida a Nazioni Unite, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa la gestione degli aiuti umanitari, ma esclude l’Unrwa, accusata da Israele di collusione con Hamas. L’articolo 3 della proposta stabilisce che “qualsiasi organizzazione che abbia fatto un uso improprio dell’assistenza sarà considerata non idonea, né ora né in futuro”, tagliando di fatto l’agenzia Onu dal futuro assetto di Gaza.
Israele colpisce Hezbollah
Mentre la diplomazia lavora su Gaza, il fronte nord torna a incendiarsi. Dopo gli ordini di evacuazione in cinque località del sud del Libano – Taybeh, Tayr Debba, Aita al-Jabal, Zawtar al-Sharqiyah e Kfar Dounine – l’Idf ha lanciato raid contro le postazioni di Hezbollah, accusato di riarmarsi e di ricostruire le proprie basi operative.
Un drone israeliano ha colpito anche la zona di Tiro, causando una vittima, mentre la milizia filo-iraniana rivendica il diritto di difendersi da “un nemico che impone la guerra”.
Il Partito di Dio rifiuta ogni negoziato
Il Partito di Dio ha respinto ogni ipotesi di dialogo politico tra Libano e Israele, promosso dagli Stati Uniti e dal presidente libanese Joseph Aoun.
“I negoziati non servono l’interesse nazionale e minacciano la sovranità del Libano”, si legge in una lettera inviata al premier Nawaf Salam e al presidente del parlamento Nabih Berri. In diverse città del sud, tra cui Tiro e Nabatieh, le scuole resteranno chiuse per motivi di sicurezza.
Israele rafforza la difesa ai confini
Dal cessate il fuoco raggiunto un anno fa, Israele e Hezbollah si accusano di continue violazioni. “Israele non permetterà a Hezbollah di ricostruire la sua forza militare”, ha affermato la portavoce del governo Shosh Bedrosian, mentre il premier Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato zona militare chiusa l’area al confine con l’Egitto, denunciando il traffico di armi verso Gaza tramite droni.
Washington prepara una base in Siria
Nel frattempo, secondo Reuters, gli Stati Uniti pianificano una nuova base militare vicino a Damasco, nell’ambito di un patto di sicurezza tra Siria e Israele. La visita del leader siriano Ahmad Sharaa alla Casa Bianca, prevista per lunedì, servirà a formalizzare l’espansione militare americana in Siria e a rafforzare l’intesa con Tel Aviv.









