Sono più di 500 gli studenti delle scuole medie superiori italiane, licei e istituti tecnici, che hanno fatto domanda per le 22 borse di studio che Palantir propone
Con la pacata sincerità di chi non ha complessi di colpa e soprattutto non teme conseguenze di immagine, Alexander Karp, il Ceo di Palantir, la più potente società di supporto alle intelligence militari dell’occidente, spiega nel suo libro La Repubblica tecnologica (Silvio Berlusconi Editore) che “l’innovazione tecnologica prima di essere mercato è addomesticamento mediante “differenziazione fra l’uomo e l’animale e , nell’universo umano, fra i sistemi di civiltà”.
Una bussola che spinge la sua società, che si occupa di analisi di dati globali “per prevenire rivolte sociali e prevalere sulle mosse del nemico”, a selezionare autonomamente i propri dirigenti e tecnici. Anche in Italia. Sono più di 500 gli studenti delle scuole medie superiori- licei e istituti tecnici- che hanno fatto domanda per le 22 borse di studio che Palantir propone a giovani predisposti per vivere direttamente l’esperienza aziendale.
Rispetto alle molte opportunità che da sempre si offrono ai giovani di anticipare esperienze professionali, pensiamo al progetto di scuola e lavoro lasciato sospeso dal Ministero della pubblica istruzione, o alle molteplici strategie di aziende che cercano direttamente figure produttive e professionali per il proprio turn over, questa opportunità ha una marcata matrice ideologica che richiama l’idea di una omologazione culturale prima che un addestramento produttivo.
Il corso preparatorio si basa su una fase di studio e simulazione sui modelli di vita occidentali, un passaggio fondamentale per la cultura di Palantir. Il fondatore della società, Peter Thiel, oggi forse il più organico supporto ideologico della presidenza Trump, già 20 anni fa, al momento di lanciare la sua start up di successo PayPal, l’applicazione che ha smaterializzato i pagamenti nel mondo (con cui ha accumulato un patrimonio personale di almeno 250 miliardi di dollari), già prevedeva di usare i dati accumulati con quella tecnologia per un uso militare. “La libertà è sicurezza – scriveva nel suo manifesto ideologico Momento Straussiano (LiberiLibri editore), che oggi viene riproposto come testo base ai borsisti del programma di formazione- e la sicurezza che possiamo garantire se c’è la consapevolezza della forma inquieta della violenza” e aggiunge per focalizzare la vera mission delle sue aziende : “Il pericolo è la stagnazione culturale, tecnologica e spirituale dell’occidente, con l’addormentamento catatonico delle forze innovative.
L’eco che si coglie non è certo quella di una trimestrale finanziaria, o di un ricco piano di ammortamenti finanziari. Qui si parla esplicitamente di un riassetto spirituale dell’occidente guidato da tecnologie innovative che devono assicurare la sicurezza, a tutti i costi, anche i più estremi.
Sbiadisce del tutto l’aura di una Silicon Valley di ragazzotti intraprendenti e disincantati, che con felpe e sneakers ai piedi, nei garage di casa inventavano le più stupefacenti applicazioni digitali. Siamo ad una dura realtà in cui queste tecnologie generative, basate sulla calcolabilità del pensiero, non si adattano più ad essere regine del mercato, reclamano un posto in prima fila nelle decisioni strategiche, nel mondo di condurre , più che di inventarlo, il mondo.
E per questo scavalcano ogni laccio o lacciuolo dello stato, considerando la democrazia una burocrazia inutile, e sostituendo, come dice Elon Musk, le regole con i dati.
Forse sarebbe utile una maggior cautela nell’accreditare scorciatoie professionali per i nostri studenti, ricordando che proprio in questo paese, alla fine degli anni 50, venne ideato uno spazio in cui l’innovazione diventava direttamente scuola, il promotore si chiamava Adriano Olivetti e considerava l’informatica un contributo per il progresso sociale e la pace dei popoli, lui.









