La fondazione di Navalny aveva lanciato l’appello a cancellare l’esibizione del baritono in programma a gennaio 2026. La risposta è arrivata poco dopo: “Non prenderà parte all’opera Don Giovanni”
Questa volta la polemica è durata pochissimo. Il baritono ldar Abdrazakov “non prenderà parte all’opera Don Giovanni, in programma al Teatro Filarmonico di Verona dal 18 al 25 gennaio 2026”. Fine della storia. L’annuncio della Fondazione Arena di Verona, è stato brevissimo. Le proteste non hanno fatto in tempo neanche a diffondersi.
A chiedere di non farlo esibire è stata l’Anti-Corruption Foundation, organizzazione fondata dall’oppositore russo Alexey Navalny: “Un altro alleato e propagandista di Putin sta progettando di esibirsi in Italia”, si leggeva nell’appello contro la partecipazione del basso-baritono russo al Don Giovanni di Mozart. Il concerto era in programma dal 18 al 25 gennaio 2026.
E mentre su Gergiev sono state settimane di tira e molla sull’arte senza confini, il baritono è stato eliminato senza indugi. Per la fondazione Abdrazakov è “sostenitore pubblico di Vladimir Putin”, oltre che “rappresentante di fiducia nella sua campagna presidenziale del 2024” e oggi dirige il Teatro dell’Opera e del Balletto di Sebastopoli, in Crimea occupata. Prove schiaccianti.
Una vicenda che ricorda il caso del direttore d’orchestra Valery Gergiev, vicino a Putin, il cui concerto alla Reggia di Caserta fu annullato lo scorso luglio dopo le proteste, innescando uno scontro diplomatico con l’ambasciata russa a Roma.
Secondo la Fondazione Navalny, l’artista russo “non dovrebbe esibirsi sui palcoscenici europei” finché continuerà a sostenere apertamente il Cremlino: i teatri europei non devono diventare vetrine per chi sostiene la guerra di Putin”. Il comunicato finiva dicendo:
“Se non interveniamo Abdrazakov avrà successo nel suo intento di ripulire la propria immagine in Europa, dove possiede anche una lussuosa villa”
Ora né villa né palco. Anche l’associazione Liberi Oltre le Illusioni aveva chiesto a Fondazione Arena di Verona e ai suoi soci fondatori – Ministero della Cultura, Regione Veneto, Comune di Verona, Camera di Commercio e Cattolica Assicurazioni – di “agire con responsabilità” e bandire Abdrazakov dal cartellone. Stavolta detto e fatto.











