Il presidente Usa a Tokyo. Colloqui con l’imperatore e la neopremier. In agenda difesa, investimenti e contenimento della Cina nel Pacifico
Il presidente Donald Trump è arrivato all’aeroporto di Haneda, a Tokyo, per una visita ufficiale di tre giorni. È la quarta volta che si reca in Giappone da presidente, la prima dal G20 di Osaka del 2019 e anche la prima del suo secondo mandato.
L’agenda è fitta: nella serata di oggi Trump incontrerà l’imperatore Naruhito, mentre domani sarà la volta della premier Sanae Takaichi, la prima donna a guidare il governo giapponese.
Incontri e agenda della visita
Martedì, dopo il vertice politico, Trump visiterà la base militare di Yokosuka, a sud di Tokyo, dove terrà un discorso a bordo di una portaerei, simbolo della cooperazione militare tra Stati Uniti e Giappone.
In serata è previsto un incontro con i vertici delle principali aziende giapponesi, con focus su investimenti e partnership economiche.
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Trump ha dichiarato di voler costruire “un rapporto fantastico” con Takaichi, sottolineando al tempo stesso la necessità di un ruolo più attivo del Giappone nella sicurezza regionale, anche attraverso un incremento delle spese militari.
Sanae Takaichi alla prova della diplomazia
La premier Sanae Takaichi, salita al potere la scorsa settimana, affronta il suo primo grande test diplomatico. Non condivide con Trump la passione per il golf o gli hamburger, ma porta con sé una carta politica potente: l’eredità di Shinzo Abe, suo mentore e figura chiave nei rapporti con Washington.
Secondo gli analisti, Takaichi cercherà di “rivestirsi del manto di Abe” per presentarsi a Trump come la sua “alleata di fiducia in Asia”, pronta a garantire continuità nella cooperazione bilaterale su difesa e commercio.
Difesa comune e ruolo strategico nel Pacifico
Il vertice tra i due leader avrà come punto centrale la difesa comune e la gestione dell’equilibrio militare nell’Indo-Pacifico.

Il Giappone ospita oggi oltre 50.000 militari americani e ha già annunciato l’intenzione di raddoppiare il proprio budget per la difesa, portandolo al 2% del Pil entro la primavera del 2026, due anni prima del previsto.
Trump intende però mantenere un ruolo diretto sulle modalità di spesa del fondo da 550 miliardi di dollari che Tokyo ha concordato di investire negli Stati Uniti, frutto delle negoziazioni sui dazi commerciali avviate durante la sua amministrazione.
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Il commercio e la sfida cinese
Sul tavolo del dialogo anche la riforma dell’accordo commerciale bilaterale, che prevede una riduzione dei dazi americani in cambio di investimenti giapponesi nell’economia Usa.
Takaichi cercherà rassicurazioni sulla strategia americana nell’Indo-Pacifico e sul sostegno a Taiwan, considerata da Tokyo un pilastro della sicurezza regionale.
Tra le sue principali preoccupazioni, un eventuale riavvicinamento tra Trump e Xi Jinping, che potrebbero incontrarsi nei prossimi giorni in Corea del Sud, scenario che rischierebbe di indebolire il ruolo del Giappone nello scacchiere asiatico.
Continuità con l’era Abe
Come Abe, anche Takaichi sostiene la necessità di liberare le forze armate giapponesi dai vincoli del dopoguerra, in linea con la pressione esercitata da Washington perché gli alleati aumentino i propri investimenti militari.
L’ex ambasciatore giapponese negli Stati Uniti, Shinsuke Sugiyama, definisce la visita “un’occasione d’oro per resettare la relazione con gli Usa”: «Takaichi ha studiato come Abe gestiva Trump — spiega —. Se riuscirà a evocare il suo spirito, troveranno facilmente un’intesa».
L’asse Tokyo-Washington del futuro
Con la crescente assertività di Cina, Russia e Corea del Nord, il Giappone punta a riaffermarsi come alleato chiave degli Stati Uniti in Asia.
Per Takaichi, l’obiettivo è duplice: consolidare la fiducia personale con Trump e rafforzare la centralità del Giappone nell’ordine regionale, mantenendo allo stesso tempo un equilibrio con Pechino e Seul.
Il risultato dell’incontro di Tokyo definirà non solo i rapporti bilaterali, ma anche la forma futura dell’alleanza strategica più duratura dell’Asia-Pacifico.









