Per la prima volta da quando il centrodestra è andato al governo – sono passati quasi tre anni – sembra che Forza Italia voglia fare sul serio marcando la propria autonomia soprattutto sul cosiddetto Ius scholae e vedremo poi se anche sul fine-vita. L’iniziativa del partito di Antonio Tajani è certo consentita dal fatto che si tratta di questioni “etiche” sulle quali dunque è legittimo portare avanti idee diverse da quelle degli altri due partiti della maggioranza: è evidente che una dissonanza sulla politica economica o sulla politica estera avrebbe effetti politici molto più marcati.
Ma detto questo finalmente si assiste a qualcosa che assomiglia ad una piccola dialettica dentro una coalizione nella quale sin qui al massimo si è litigato su questioni di potere, più che altro. E poi – di nuovo, finalmente – in teoria si potrebbe aprire la prospettiva di una logica pienamente parlamentare, sicché sarebbe possibile un confronto di merito in vista magari di una legge bipartisan o frutto di una convergenza tra una parte della maggioranza e una parte dell’opposizione: il contrario della logica da caserma che irrigidisce il quadro politico.
Forza Italia ogni tanto si ricorda le sue lontane origini liberali e moderne, del tutto opposte alla cultura regressiva e autoritaria di Fratelli d’Italia e Lega, e dunque ha proposto da tempo il cosiddetto Ius scholae che ipotizza che un bambino nato in Italia da genitori stranieri possa ottenere la cittadinanza italiana se risiede regolarmente nel Paese e ha ultimato due cicli scolastici (i dieci anni dell’obbligo): uno “sconto” di almeno due anni rispetto all’attuale disposizione, che prevede la possibilità di chiedere il passaporto con la maggiore età.
È un’apertura al Pd che molto sta irritando Fratelli d’Italia. Soprattutto l’ala riformista del partito di Elly Schlein si è detta prontissima a raccogliere la disponibilità dei forzisti, nello scetticismo di molti certo non ingiustificato stante la finora totale subalternità del partito di Tajani a Fratelli d’Italia: e nessuno può escludere che si tratti solo di una mossa per ottenere qualcos’altro. Tuttavia il tentativo, come si diceva una volta, di incunearsi nelle contraddizioni degli altri andrebbe andrebbe fatto. Hai visto mai che per una volta il Pd riesce a portare a casa un risultato?
Così come resta da vedere come andrà in Parlamento la legge sul fine-vita. Il progetto della destra in sostanza “privatizza” la libera scelta di morire negando alla persona un pur minimo sostegno delle strutture dello Stato. È una legge ideologica molto rigida sulla quale – ha fatto notare il costituzionalista Stefano Ceccanti – si voterà a scrutinio segreto. Le condizioni perché il partito del ministro degli esteri trovi il modo di modificare una legge che praticamente ignora la sostanza del tema del suicidio assistito ci sono tutte.
Forza Italia può dunque tentare di fare quella cosa che ormai suona strana che si chiama politica. Se invece è tutto un giochino interno alla maggioranza, Tajani raccoglierà solo una brutta figura.
Lo Spigolo – Ius Scholae, Pd e Fi giocano a poker

di MARIO LAVIA