Il presidente Usa: «Questa è la pace in Medio Oriente». Von der Leyen, Guterres e Macron: “Ora fine della guerra”. I falchi israeliani: “Festeggiamenti miopi”
Accordo è fatto, almeno in parte. Dopo giorni di serrati negoziati in un resort altamente militarizzato nella nota località balneare di Sharm el-Sheikh, in Egitto, i negoziatori israeliani e palestinesi hanno concordato un’intesa preliminare su un cessate il fuoco che ponga fine alle ostilità nella Striscia di Gaza e permetta il maggior scambio di prigionieri dall’inizio del conflitto. Gli abbracci tra i negoziatori arabi e quelli occidentali, ormai a tarda notte, sono stati simbolicamente la catarsi in cui si sono sciolte le tensioni delle ultime settimane.
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Trump: “Più di Gaza: questa è la pace in Medio Oriente”
Il tycoon non ha perso tempo nel presentare l’intesa come un proprio successo. “Questo è più di Gaza: questa è la pace in Medio Oriente“, ha rivendicato in un’intervista a Fox News. “Trump merita il Nobel per la Pace“, gli ha fatto eco il presidente della repubblica israeliano Isaac Herzog. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ringraziando gli altri paesi mediatori, ha voluto lodare il ruolo di Trump che, secondo il leader di Ankara, avrebbe persuaso Israele a ridurre le proprie richieste negoziali per poter giungere finalmente a un accordo. Anche l’associazione delle famiglie degli ostaggi israeliani ha voluto ringraziare il presidente, ricordando come i costruttori di pace debbano essere benedetti.

Abu Mazen: “Preludio a soluzione politica permanente”
Reazioni favorevoli anche in campo palestinese. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, infatti “ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza”. In un nota ufficiale, il leader della comunità palestinese in Cisgiordania “ha espresso la speranza che questi sforzi siano il preludio a una soluzione politica permanente (…) che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente”.
Critici i falchi israeliani: “Festeggiamenti miopi”
Restano invece estremamente critici i falchi israeliani. “C’è un’immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico qui, Dio non voglia. Solo per questo motivo, non possiamo unirci a festeggiamenti miopi o votare a favore dell’accordo“, ha dichiarato il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich su X.
Netanyahu rinvendica l’intesa
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato invece l’intesa come un successo diplomatico per Israele e una vittoria morale per l’intero Stato ebraico. Il gabinetto israeliano si riunirà oggi alle 16 (ora italiana) per votare l’approvazione o il respingimento del accordo e, in caso di voto favorevole, ordinare all’Idf di iniziare il ritiro dalle aree di Gaza concordate. I partiti ultra-nazionalisti voteranno contro ma non è chiaro se dispongano dei voti per far saltare l’accordo.
Von der Leyen, Guterres e Macron: “Sia fine della guerra”
“Ora tutte le parti devono applicare pienamente i termini dell’accordo: tutti gli ostaggi devono essere rilasciati in sicurezza; un cessate il fuoco permanente dev’essere istituito. La sofferenza deve cessare“, ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Questo accordo deve segnare la fine della guerra e l’inizio di una soluzione politica basata sullo schema dei due Stati“, le ha fatto eco il presidente francese Emmanuel Macron, che ha ribadito l’impegno francese a sostegno di una soluzione diplomatica. Approvazione è giunta anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Meloni: “Piano di pace di Trump straordinaria notizia”
“L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente Trump è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate”, ha affermato invece la premier Giorgia Meloni in una nota diramata da Palazzo Chigi. “Questo accordo e il più ampio percorso tracciato dal Piano Trump costituiscono un’opportunità unica per porre fine a questo conflitto che deve assolutamente essere colta. Per questo esorto tutte le parti a rispettare pienamente le misure già concordate e a lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace”.
Un appoggio, quello italiano, che non si limita alle parole ma che è pronto a tradursi in impegni concreti: “L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori ed è pronta a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Gaza”, si legge infatti a conclusione della note. Un accenno implicito alle ipotesi discusse nelle settimane precedenti secondo cui Roma sarebbe pronta – previo ingresso nel board of peace immaginato da Trump per il governo della Gaza post-bellica – a fornire uomini e mezzi per sostenere la messa in sicurezza e la ricostruzione della Striscia devastata.