La Flottiglia internazionale diretta a Gaza continua la rotta verso la Striscia e nella notte tra martedì e mercoledì, restando stabili le condizione del mare, potrebbe varcare la cosiddetta “linea arancione”, l’area considerata di massimo rischio e la zona in cui più probabilmente comincerebbero i tentativi d’intercettazione da parte d’Israele. La tensione cresce di ora in ora: i sindacati Cgil e Usb hanno fatto sapere che, qualora le imbarcazioni venissero fermate o attaccate, si proclamerà lo sciopero generale.
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Sul fronte internazionale, la Turchia ha annunciato di seguire con la sua Marina Militare la missione umanitaria e di essere pronta a intervenire qualora la sicurezza dei partecipanti venisse minacciata. “Monitoriamo la situazione e garantiremo assistenza se necessario”, hanno dichiarato fonti di Ankara, confermando l’interesse diretto di Erdogan a sostenere l’iniziativa.
Al contario dei turchi, l’unico mezzo navale italiano presente, ovvero la fregata FREMM Alpino ha fatto sapere che questa notte, al raggiungimento delle 150 miglia da Gaza, lancerà un nuovo alert per intimare alla flottiglia di arrestare la navigazione, inviato il quale si fermerà e non preseguirà la sua rotta oltre la “linea arancione”. Anche dal ministro della Difesa è arrivato un nuovo appella a fermare la missione, visto che Crosetto ha invitato gli equipaggi a considerare “le soluzioni alternative già prospettate da più parti, in primis dal Patriarcato della Chiesa cattolica, che negli ultimi giorni ha proposto canali sicuri per il trasferimento degli aiuti”.
E mentre sul mare cresce la tensione, in Italia non si fermano le mobilitazioni. Nelle principali città cortei e sit-in attraversano le strade, mentre scuole e università sono teatro di nuove occupazioni a sostegno della missione. Le assemblee studentesche e i collettivi annunciano che, in caso di intercettazione della flottiglia, sono pronte iniziative straordinarie di protesta.
