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Piano Trump, sì dai Paesi arabi. Ma Hamas ancora non si esprime


L’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), che amministra parte della Cisgiordania, ha definito «sinceri e determinati» gli sforzi del presidente statunitense Donald Trump per arrivare a una tregua nella Striscia di Gaza. In un comunicato diffuso dall’agenzia Wafa, l’Anp ha ribadito il proprio impegno a collaborare con Washington, con gli Stati regionali e con i partner internazionali «per porre fine alla guerra a Gaza, garantire l’arrivo degli aiuti umanitari e ottenere la liberazione di ostaggi e prigionieri».

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Sulla stessa linea, una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Egitto, Giordania, Turchia, Indonesia e Pakistan ha accolto con favore la «leadership» e gli «sforzi sinceri» della Casa Bianca. Tutti questi Paesi hanno ribadito la disponibilità a lavorare insieme agli Stati Uniti per finalizzare e applicare l’accordo, che dovrebbe portare a una «soluzione a due Stati, con Gaza pienamente integrata alla Cisgiordania in uno Stato palestinese sovrano».

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Il piano, unico canale sostenuto da Washington per chiudere il conflitto, è stato quindi accolto con favore dai principali attori arabi e musulmani della regione. Tuttavia, resta incerto il nodo centrale: l’atteggiamento di Hamas. L’assenza del movimento islamista dai colloqui, unita alla condizione posta dagli Stati Uniti affinché rinunci al governo della Striscia, solleva forti dubbi sulla praticabilità della proposta. Su quel fronte, infatti, mancano ancora commenti ufficiali e non è chiaro se il movimento accetterà in toto la proposta presentata dagli Stati Uniti.

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