Il Consiglio comunale di Milano ha approvato nella notte la delibera sulla vendita di San Siro a Milan e Inter. Il via libera è arrivato poco prima delle 4, al termine di una seduta fiume di oltre 11 ore. I favorevoli – tutti nella maggioranza, incluso il sindaco Beppe Sala – sono stati 24. Venti i contrari: all’opposizione Lega, Fdi, Noi Moderati e l’azzurro Alessandro De Chirico, l’unico a non aver lasciato l’aula di Palazzo Marino (assente il resto del gruppo di Forza Italia).
Sette i ‘no’ arrivati dalla maggioranza: tre da Europa Verde (Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e Carlo Monguzzi), tre dal Pd (Angelo Turco, Rosario Pantaleo e Alessandro Giungi) e da Enrico Fedrighini del gruppo Misto. Il capogruppo della lista Sala, Marco Fumagalli, non ha partecipato al voto, ma “avrei volentieri votato contro e non mi asterrò perché ho una responsabilità nei confronti dei miei colleghi della lista e del sindaco”, ha detto nelle intenzioni di voto, annunciando le dimissioni da capogruppo. Come lui non ha partecipato al voto Manfredi Palmeri del centrodestra.
Alla delibera erano stati presentati 239 emendamenti, di cui ne sono stati discussi poco più di una ventina, prima che il centrosinistra presentasse un subemendamento ‘tagliola’ con cui sono state fatte decadere tutte le altre proposte di modifica, tra le polemiche dei contrari alla delibera e l’annuncio di esposti, per chiarire la legittimità della ‘mossa’ della maggioranza. “Al termine della discussione voglio solo rivolgere un ringraziamento all’Aula e a tutti gli uffici che hanno lavorato in questi mesi”, ha detto in chiusura dei lavori la vicesindaca Anna Scavuzzo.
La “stampella” di Forza Italia, come molti l’hanno definita, ha provocato polemiche bipartisan così come l’uso della ‘tagliola’. Di fatto sono stati votati solo 25 emendamenti e ne sono stati approvati meno di 10. Duri i Verdi, da sempre contrari alla vendita dello stadio. “Non c’è più democrazia – ha tuonato Carlo Monguzzi in aula -. Mancano tre consiglieri di Forza Italia a cui dovete baciare i piedi, se avessero votato contro questa delibera sarebbe stata bocciata”. Il sindaco Sala ha replicato al consigliere di usare un linguaggio più adeguato. “È stato compresso il dibattito democratico – ha detto Francesca Cucchiara dei Verdi -. Quindi votatevela questa delibera ma con quelli di Forza Italia, questa è la pagina più triste e amara da quando siamo qui. Sindaco mi spiace ma da domani le cose cambieranno per noi”.
NUMERI E TEMPI – L’impianto sarà ceduto ai due club per 197 milioni (ma il Comune comparteciperà alla spese per 22 milioni). Ora servono 40 giorni per definire il cambio di proprietà, ma non si dovrà andare oltre il 10 novembre, data in cui scatterebbe il vincolo di interesse culturale sul secondo anello del Meazza che ne renderebbe impossibile l’abbattimento. Una volta risolte le questioni burocratiche per l’acquisto dell’impianto, sarà presentato il progetto per il nuovo stadio, affidato agli studi di architettura delle archistar Lord Norman Foster e David Manica.
La decisione è stata accolta con favore da Assolombarda: “Accogliamo con grande soddisfazione la decisione del Consiglio comunale di autorizzare la vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan. Si tratta di un passaggio strategico che apre la strada alla costruzione di un’infrastruttura all’avanguardia, in linea con gli standard internazionali, destinata a diventare un volano per l’attrattivita’ e l’innovazione di Milano. In quest’ottica, Assolombarda e’ lieta di annunciare che ospiterà prossimamente la presentazione del progetto con i vertici dei due club: un appuntamento che segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un’opera fondamentale per la competitivita’ del territorio” scrive il presidente Alvise Biffi.