Nicolas Sarkozy, ex presidente francese, è stato condannato a cinque anni di carcere per associazione a delinquere. La sentenza, letta dalla giudice Nathalie Gavarino, ha avuto un effetto dirompente sulla scena politica francese e internazionale, segnando una svolta senza precedenti nella storia giudiziaria del Paese.
Il processo ruotava attorno alle accuse di un presunto “patto di corruzione” con il regime libico di Muammar Gheddafi per finanziare illegalmente la campagna presidenziale del 2007, quella che portò Sarkozy all’Eliseo. Secondo l’accusa, già nel 2005, quando era ministro dell’Interno, Sarkozy e alcuni suoi uomini avrebbero stretto accordi con emissari del dittatore libico in cambio di favori diplomatici, legali e commerciali. L’obiettivo era duplice: garantire sostegno finanziario e restituire a Gheddafi una rispettabilità internazionale dopo decenni di isolamento legato al suo sostegno al terrorismo, compreso l’attentato di Lockerbie del 1988.
La giudice ha giustificato la durezza della condanna definendo i reati di «gravità eccezionale» e «capaci di minare la fiducia dei cittadini nella giustizia». La pena dovrà essere scontata anche in caso di appello, circostanza inusuale che accentua il carattere storico del verdetto. L’inizio della detenzione verrà fissato nei prossimi mesi, con la procura che avrà trenta giorni per notificare a Sarkozy la data di ingresso in carcere. Oltre alla reclusione, l’ex presidente è stato condannato a pagare una multa di 100.000 euro.
Uscendo dall’aula, Sarkozy, oggi settantenne, ha reagito con rabbia e amarezza: «Sono innocente, questa giustizia è uno scandalo» ha dichiarato ai giornalisti, aggiungendo che «l’odio contro di me non conosce limiti». L’ex presidente ha promesso battaglia in appello e ha accusato la magistratura di aver umiliato «non solo un uomo, ma l’immagine stessa della Francia».
Il tribunale lo ha riconosciuto colpevole di associazione a delinquere, ma lo ha assolto dalle imputazioni più gravi: corruzione, uso improprio di fondi pubblici libici e finanziamento illecito della campagna elettorale. La sentenza è stata comunque molto più severa di quanto gli osservatori si aspettassero.