Almeno sei soldati di Tel Aviv uccisi in combattimento mentre Israele continua l’assalto a Gaza. La Spagna valuta il boicottaggio ai Mondiali 2026
In quella che sta diventando una macabra ricorrenza quotidiana, anche ieri Israele è stato colpito da un attacco terroristico. Suona tutto come un deja vù, perché l’attentato si è consumato presso il valico di Allenby, il confine fra Israele e Giordania dove già nel settembre dello scorso anno un cittadino giordano aveva aperto il fuoco contro i soldati israeliani ivi presenti, uccidendone tre prima di essere a sua volta ferito a morte. Stesso copione ha seguito l’attacco di ieri, con un autista giordano che ha ucciso un soldato e un civile prima di essere ucciso dai rinforzi israeliani giunti sul posto.
Secondo le indagini preliminari dell’esercito israeliano, l’assalitore giordano, identificato come un autista di un camion umanitario diretto alla Striscia di Gaza, aveva iniziato l’attacco sparando con una pistola contro le persone presenti al posto di controllo prima ancora che il suo veicolo fosse ispezionato dalle autorità israeliane. Dopo essere sceso dal camion, quando la sua arma si è inceppata, l’uomo ha estratto un coltello e ha accoltellato le due vittime. Le guardie di sicurezza del valico hanno quindi aperto il fuoco sull’assalitore, uccidendolo sul colpo. La giornata di ieri ha visto un’escalation significativa anche sul fronte di Gaza, con i guerriglieri di Hamas che hanno attaccato i soldati israeliani in più punti della Striscia. Il primo episodio mortale si è verificato nella città di Rafah, dove una bomba lanciata da miliziani di Hamas ha ucciso quattro soldati israeliani appartenenti alla 401ª Brigata Corazzata.
Il secondo incidente mortale ha avuto luogo nell’area di Kafr Jabalia, alla periferia del quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, dove tre operativi di Hamas hanno attaccato un accampamento dell’esercito israeliano intorno alle 6 del mattino. Gli assalitori sono riusciti a raggiungere un carro armato all’ingresso dell’accampamento e hanno aperto il fuoco contro il comandante, che aveva la testa fuori dal portello aperto del veicolo blindato, ferendo moderatamente un soldato della 50ª Compagnia della Brigata Nahal. Nel pomeriggio, Hamas ha rilasciato un comunicato in cui asseriva di aver disperso gli ostaggi israeliani in vari punti di Gaza City, aggiungendo che «non risparmieremo le loro vite visto che Netanyahu ha deciso di ucciderli, proseguire nella vostra operazione vorrà dire non recuperare un singolo ostaggio».
Nel tardo pomeriggio, un drone kamikaze lanciato dagli Ansar Allah yemeniti (altrimenti detti “Houthi”), ha colpito la città portuale di Eilat, sul mar Rosso, danneggiando un hotel.
E mentre l’aeronautica israeliana tornava a colpire il Libano meridionale, bombardando presunte infrastrutture di Hezbollah in quattro villaggi di confine, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani annunciava che l’Italia sosterrà con convinzione una dichiarazione nell’ambito dell’Onu volta alla costruzione di uno stato palestinese e alla cessazione delle ostilità. Parlando durante un evento a Palermo, Tajani ha precisato che il sostegno alla dichiarazione non implica un riconoscimento diretto della Palestina come stato, spiegando che «il riconoscimento di uno Stato senza che siano state create le condizioni per la sua nascita non avrà altro effetto che allontanare la pace».
«Noi siamo contrari comunque a qualsiasi ipotesi di evacuazione della striscia di Gaza, di allontanamento della popolazione palestinese, contrari a piani differenti da quello egiziano che ha avuto il sostegno del mondo arabo che prevede la ricostruzione della Palestina, riunificando Gaza e la Cisgiordania attraverso anche un’azione dell’Onu, con una presenza militare a guida araba con una presenza anche di militari italiani. Stiamo lavorando diplomaticamente. Noi ci siamo per il cessate il fuoco ieri sera non domani mattina», ha spiegato il titolare della Farnesina.
La posizione della Spagna, al contrario, è ormai da tempo ben più dura di quella italiana. Madrid indagherà sulle presunte «violazioni dei diritti umani compiute a Gaza» per cooperare con la Corte Penale internazionale. Lo ha annunciato il procuratore generale spagnolo, affermando che «Il procuratore generale dello Stato ha emesso un decreto che decide di creare una task force per indagare sulle violazioni del diritto internazionale dei diritti umani a Gaza», al fine di «raccogliere prove e metterle a disposizione dell’organo competente, rispettando così gli obblighi della Spagna in termini di cooperazione internazionale e diritti umani». A questo si aggiunge la notizia data ieri dal quotidiano sportivo Marca, secondo cui il portavoce socialista al Parlamento spagnolo, Patxi López, ha annunciato che il governo starebbe valutando di ritirare la nazionale spagnola dal mondiale qualora Israele si qualificasse e partecipasse alla prossima edizione del 2026.