Il Partito Socialista spagnolo e il Primo ministro sotto i riflettori per i casi di corruzione che coinvolgono l’ex ministro Ábalos ed altri fedelissimi di Pedro Sánchez
La Spagna vive in queste settimane uno dei momenti politici più delicati degli ultimi anni. Il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) del premier Pedro Il Partito Socialista spagnolo sotto accusa per casi di corruzione che coinvolgono anche l’ex ministro Ábalosè travolto da una serie di scandali di corruzione che hanno portato all’arresto di Santos Cerdán, ex numero tre del partito e uomo di fiducia del premier. Il cosiddetto “Caso Koldo” rappresenta il cuore pulsante della crisi che sta scuotendo il governo Sánchez. L’inchiesta della magistratura ha infatti portato alla luce un sistema di tangenti e appalti truccati che coinvolge tre figure chiave del Psoe: Santos Cerdán, ex segretario organizzativo del partito e stretto collaboratore di Sánchez; José Luis Ábalos, ex ministro dei Trasporti; e Koldo García, ex consulente di quest’ultimo.
Le prove raccolte dalla Guardia Civil spagnola parlano di almeno 620.000 euro di tangenti gestite attraverso un sistema ben organizzato per pilotare contratti pubblici del valore di oltre 500 milioni di euro con la società Acciona Construcción, tra il 2018 e il 2021. Il magistrato del tribunale supremo di Madrid, Leopoldo Puente, ha descritto Cerdán come «figura centrale nel meccanismo criminale», tanto da disporre il carcere preventivo senza cauzione per il rischio di inquinamento delle prove e possibile fuga.
La strategia di contenimento di Sánchez
Di fronte a questo scandalo giudiziario, Pedro Sánchez ha tentato una strategia di contenimento del danno che si è rivelata insufficiente e anzi controproducente. Il premier ha chiesto «perdono ai cittadini» ammettendo di non aver mai dovuto fidarsi di Cerdán, ma ha categoricamente escluso dimissioni o elezioni anticipate: «Non ci saranno elezioni prima del 2027 perché non si tratta di me, del Partito Socialista o dei deputati del Psoe, si tratta di un progetto politico che sta facendo del bene al nostro Paese».
Tuttavia, la posizione del premier appare sempre più insostenibile. Negli ultimi sondaggi, il Psoe è crollato al 27% contro il 34% del Partito Popolare, mentre crescono le voci di dissenso anche all’interno dello stesso partito socialista. Molti sindaci e presidenti regionali del Psoe, secondo le testimonianze raccolte da Politico, pur supportando pubblicamente Sánchez, privatamente temono che sia diventato un peso elettorale che comprometterà le loro possibilità di rielezione.
Insomma, Alberto Núñez Feijóo, leader del Partido Popular, si trova nella posizione più favorevole della sua carriera politica per conquistare la Moncloa (residenza del premier spagnolo). Il leader del Pp, che ha trasformato la parola “sanchismo” nell’arma più efficace contro il governo socialista, ha tutto il tempo dalla sua parte per capitalizzare questa crisi senza precedenti. La strategia di Feijóo è duplice: da un lato mantiene alta la pressione su Sánchez chiedendone le dimissioni immediate («Vogliamo solo sapere quando firmerà le sue dimissioni»), dall’altro lavora sottotraccia per trovare i quattro voti che gli mancano per presentare una mozione di sfiducia vincente.
“L’ultimo dei Moicani” sotto pressione
Pedro Sánchez, in patria soprannominato l’“Ultimo dei Moicani” per essere rimasto di fatto l’unico capo di governo di sinistra nell’Unione Europea insieme al laburista britannico Keir Starmer, affronta la fase più difficile del suo doppio mandato. La sua strategia di resistenza, che in passato gli aveva permesso di superare crisi apparentemente insormontabili, questa volta sembra inadeguata di fronte all’evidenza delle prove giudiziarie nei confronti dei suoi compagni di partito; sebbene le elezioni siano formalmente previste per il 2027, la pressione per elezioni anticipate è destinata a crescere. Il Partito Popolare e Vox, all’opposizione, continuano a reclamare «dimissioni immediate», e anche alcuni alleati di governo esigono «chiarezza».
Gli scenari possibili sembrano essere due. O Sánchez riesce a tenere insieme la sua fragile maggioranza parlamentare basata su un’alleanza di diversi partiti di sinistra e centrosinistra, continuando a governare in una situazione di crescente delegittimazione; oppure la pressione diventa insostenibile e si aprono le porte a elezioni anticipate, che verosimilmente vedrebbero il Pp di Feijóo nettamente favorito.